Al Comunale una stagione di qualità

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UNA NUOVA stagione del canto. Una nuova stagione per Modena, ambasciatrice della musica nel mondo e in Europa, con lo scopo dichiarato di dar vita ad una felice contaminazione culturale nel cuore del vecchio continente. Questo, in sostanza, il senso della stagione 2019-2020 di Opera e Concerti del Teatro Comunale Pavarotti, che prenderà il via a ottobre con ‘La Bohème’, appuntamento fuori abbonamento, per tutti gli appassionati. Perché di tutti è il teatro di Modena, anche secondo le parole del sindaco e presidente della Fondazione Teatro Comunale, Gian Carlo Muzzarelli. Perché «bisogna tenere alta la qualità della proposta culturale cittadina, per creare curiosità, stimoli e attrazione turistica». I turisti, infatti, pare scelgano (sempre di più) la città della Ghirlandina anche per le sue sessioni di Opera, e per i concerti. E il Teatro Pavarotti è quindi uno dei punti di snodo della politica del Comune, volta a creare un sistema culturale integrato, aperto all’Europa. In tal senso la nuova programmazione operistica includerà, accanto ai ‘soliti’ e rodati ‘Tosca’ (25, 27 e 29 ottobre), ‘Rigoletto’ (27, 29 novembre e 1 dicembre), ‘Falstaff’ (14 e 16 febbraio) e ‘Turandot’ (13 e 15 marzo), anche un progetto innovativo come ‘Crossopera’ (in programma l’8 e il 10 maggio). Di cosa si tratta? Di una coproduzione internazionale (con il coinvolgimento di Austria e Serbia) guidata dal teatro modenese, che con il titolo ‘Fear and discovery’ (ovvero ‘paura e scoperta’) affronterà in tre atti il tema dell’integrazione culturale. E poi non scordiamoci della collaborazione, ancora in via di sviluppo, tra teatro e centro di e-learning Unimore, per la trasmissione in streaming delle opere liriche. A cui si si aggiungerà, ovviamente, la stagione dei concerti, con la presenza dell’Orchestra Sinfonica della Rai, dell’Orchestra Slovena (con l’eccellente violino Stefan Milenkovich) e della Herford Philarmonie. Sarà, insomma, una stagione di riconferme e innovazione, sempre nel segno di un’apertura, e grazie al forte contributo di Fondazione Cassa di Risparmio Modena, che nella figura del suo Presidente, Paolo Cavicchioli, ha parlato di «una leva straordinaria per lo sviluppo economico», ma anche di filantropia culturale illuminata. A Modena, al Teatro Pavarotti, dove nell’aria c’è questa pazza idea di contaminarsi e creare. Insieme e al di là dei confini.

Tommaso Pietrangelo