Al teatro comunale la danza ’tecnologica’ dell’artista multimediale Klaus Obermaier

Questa sera alle 20.30 la prima assoluta di una speciale performance

Klaus Obermaier è uno dei più famosi artisti multimediali, anzi crossmediali: le sue performance uniscono e intrecciano suono, gesto, danza, voce, immagini, creazioni 3D, computer grafica. Sono videoarte, installazioni, spettacoli. "Non abbiamo mai visto, prima d’ora, la tecnologia così intelligentemente integrata nella danza", ha scritto di lui il "Times". "Obermaier è considerato il re senza corona del collegamento digitale interattivo della danza", hanno aggiunto altri critici. Tiene corsi di coreografia e nuovi media all’Accademia nazionale di danza di Roma, è visiting professor allo Iuav, l’università delle arti visive di Venezia, e insegna arti interattive all’università di Cluj-Napoca in Romania. Alcuni dei suoi progetti, come "Le sacre du printemps" o "Dancing house", sono considerati quasi dei classici. Già da anni Obermaier ha affermato il valore culturale della tecnologia applicata alle arti: "Così come ci sembra naturale che la luce sia fondamentale per la narrazione teatrale – ha detto –, allo stesso modo per me la tecnologia è parte integrante della performance, e a volte addirittura il punto di partenza e non soltanto un oggetto aggiunto".

Stasera alle 20.30 (nell’ambito del festival "L’Altro suono") Klaus Obermaier sarà al teatro Comunale Pavarotti Freni per presentare in prima assoluta una sua nuova creazione multimediale. E non è un caso: Modena è entrata nella rete della città creative Unesco proprio per le le media arts. "The body talks, the face screams, the visuals sound and the voice cracks", ovvero "Il corpo parla, il volto urla, le immagini suonano e la voce si spezza": già nel titolo che Obermaier ha scelto per la sua creazione immersiva (che fa seguito a "Faceless Voiceless", presentata al Macro di Roma) è evidente l’incontro di diversi elementi. L’opera appartiene a una serie dedicata in particolare alla comunicazione non verbale realizzata attraverso le espressioni facciali, al linguaggio del corpo, e al corpo stesso come interfaccia tra il reale e il virtuale. Paesaggi sonori elettronici (realizzati con sintetizzatori o generatori sonori) interagiscono con suoni e gesti in tempo reale, spesso creati dal vivo dallo stesso Obermaier sul palco. Tutto per creare un ambiente, una suggestione, un panorama visivo e sonoro. Un affresco contemporaneo.

Stefano Marchetti