Ayman al Zawahiri, quando il leader di Al Qaeda venne a Modena a fare proseliti

Nell'agosto del 1994 organizzò un raduno di jihadisti in una Polisportiva di Saliceta San Giuliano, da cui nacque il docuffilm Jihad summer camp del regista Luca Bedini

Modena, 2 agosto  2022 - Quando forse ancora non era un capo universalmente riconosciuto e quando forse l'attacco alle Torri Gemelle non era ancora stato partorito nelle menti del terrorismo islamico, Ayman al Zawahiri, il leader di Al Qaeda ucciso dal drone statunitense a Kabul e considerato uno dei padrini dell'attentato alle Torri , girava per l'Europa per fare proseliti. E passò anche in Italia dove fra una preghiera e l'altra cercava già di arruolare soldati per il terrorismo islamico.

Al Zawahiri in una foto del 2001
Al Zawahiri in una foto del 2001

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Era l'agosto del 1994, rovente come oggi, e il chirurgo che ha preso il posto di Bin Laden, fu uno degli organizzatori di un raduno di jihadisti in una Polisportiva di Modena a Saliceta San Giuliano prima periferia della città. Formalmente fu presentato come un innocuo incontro di studio e preghiera, ma la Digos della questura di Modena che drizzò le orecchie per la presenza di predicatori non proprio trasparenti arrivati da mezza Europa, piazzò telecamere, microspie e soprattutto molti uomini per tenere sotto controllo quella strana rimpatriata.

Nulla successe di particolare nei campi della Polisportiva, ma i nomi che vennero a galla cuciti con gli avvenimenti dei mesi e degli anni successivi consentirono di mettere al loro posto tasselli di un mosaico preoccupante che di lì a poco fu lo scenario di attentati e colpi di mano di marca islamica

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Il regista Luca Bedini l'anno scorso sul raduno ha girato un docufilm dal titolo Jihad summer camp, con diverse testimonianze compresa quella di uno dei poliziotti dall'intuito raffinato come l'ispettore Giuseppe 'Pino' Zaccaria che ricostruì il raduno della Polisportiva con nomi e ruoli.

Ma chi è l'egiziano Al Zawahiri? Ex braccio destro di Osama Bin Laden, ha preso il suo posto come numero uno di Al Qaeda alla sua morte nel 2011. Da  tempo era scomparso, ma gli americani sapevano che si nascondeva a Kabul con la copertura  più o meno diretta dei talebani. L'ultima sua apparizione pubblica era stata in un video diffuso da Al Qaeda nel 20° anniversario degli attentati alle Torri Gemelle, al Pentagono e in Pennsylvania.

Al Zawahiri, membro di una conosciuta famiglia egiziana, era un chirurgo oculista, prima medico personale dello "sceicco del terrore" e poi entrato a far parte della cellula operativa contribuendo a fondare il gruppo militante della Jihad islamica egiziana. Non è da escludere nemmeno che nel complicato teatro afghano i talebani se ne siano voluti disfare per togliere di mezzo un ospite forse divenuto ingombrante per favorire investimenti stranieri, Cina compresa, essendo l'Afghanistan un Paese ormai al collasso.

Osama Bin Laden e al Zawahiri (Ansa)
Osama Bin Laden e al Zawahiri (Ansa)

Nato nel 1951  Al-Zawahiri era nipote dell'imam di Al Azhar, una delle più  frequentate e seguite moschee del Cairo. La sua famiglia gli ha consentito di studiare e nello stesso tempo di abbracciare fin da ragazzo la causa islamica. Figlio di un professore di farmacologia, Al Zawahiri si è avvicinato al fondamentalismo ad appena 15 anni, affascinato dalle idee rivoluzionarie dello scrittore egiziano Sayyid Qutb, un islamista giustiziato nel 1966 con l'accusa di complotto contro lo Stato.  Dall'adolescenza in poi e durante tutto il periodo universitario Al Zawahiri era un giovane con mille interessi.

Leggeva molto, andava al cinema, seguiva teatro e dibattiti mentre studiava Medicina. Ma presto la sua vera passione si indirizzò verso la militanza radicale. Fu coinvolto nell'attentato a Sadat in Egitto ma scontò solo una condanna a tre anni di carcere per possesso di armi, schivando i principali capi di imputazione. "The Doctor", come lo chiamavano i compagni si recò poi in Pakistan dopo il suo rilascio, dove curava i guerriglieri mujaheddin islamici feriti in Afghanistan nella guerra contro l'esercito sovietico. E in quel contesto conobbe proprio Bin Laden di cui divenne  presto braccio destro.

Nel 1993 di schierò apertamente con la Guerra santa in Egitto  con l'intento (non riuscito) di rovesciare il governo per ottenere uno stato islamico. Seguì una guerra feroce con lo Stato egiziano che lasciò sul terreno migliaia di morti. Nel curriculum del medico del terrore c'è anche l'organizzazione dell'attentato all'ambasciata egiziana di Islamabad, in Pakistan, nel 1995: due auto bomba imbottite di esplosivo uccisero 16 persone.

E nel 1999 il  tribunale egiziano lo condannò a morte, ovviamente in contumacia. Gli americani dopo l'11 settembre lo misero nel mirino e provarono ad eliminarlo nel gennaio 2006 con un attacco missilistico in Pakistan, dove era rifugiato: morirono quattro militanti di Al Qaeda, ma l'imprendibile Al Zawahiri portò a casa la pelle. Negli ultimi anni Al Qaeda ha perso forza nella galassia terroristica islamica e  anche la figura del medico del terrore si è sbiadita. Ora il drone americano che ha colpito con precisione nel quartiere Sherpur di Kabul ha chiuso i conti per sempre.