"Alberghi chiusi e senza prospettive"

Faenza (Confcommercio): "I cali di fatturato superano il 70%, situazione drammatica in Appennino. Molte strutture non riapriranno"

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di Vincenzo Malara

Un settore in profondo rosso, che con l’imminente proroga pasquale delle restrizioni rischia, per tanti imprenditori, di raggiungere un punto di non ritorno.

Il comparto alberghiero modenese (come nel resto d’Italia) lancia l’ennesimo grido d’allarme. Tutto è fermo, nulla si muove, i turisti sono spariti, e moltissime strutture temono di non riaprire mai più. Abbiamo fatto il punto della situazione con Amedeo Faenza, presidente di Federalberghi-Confcommercio Modena.

La ricettività sta soffrendo come non mai. Qual è la sua opinione sullo stato attuale delle cose?

"La salute è certamente la priorità assoluta, va accelerata la vaccinazione, ma non possiamo pensare di poter ripartire solo una volta coperto il 70% della popolazione, perché sarebbe la fine del turismo. Di ciò sono pienamenti consapevoli l’assessore regionale Corsini ed il Governatore Bonaccini, che proprio oggi mi hanno confermato la massima attenzione verso il settore, sul quale peraltro Apt Emilia Romagna scommette mantenendo gli eventi nei prossimi mesi".

Di che crollo parliamo?

"Nel 2020 abbiamo perso in provincia oltre il 60% di presenze e arrivi, in questi primi due mesi dell’anno siamo oltre il 90% di flessione sull’anno appena passato; i cali medi di fatturato delle aziende sono oltre il 70% e tanti alberghi temporaneamente chiusi e privi di prospettiva".

Il futuro non promette bene, vero?

"Proprio così. La collocazione in zona arancione scuro di Bologna è un ulteriore campanello d’allarme, perché anche a Modena corriamo il serio rischio di essere declassati: sarebbe un ulteriore colpo per gli alberghi, che verrebbero privati di quei risibili flussi, peraltro inutili a far fronte alle sole spese. L’Appennino è invece in una condizione drammatica: se dovesse essere confermata la proroga fino a Pasqua delle restrizioni ad attività e spostamenti, possiamo mettere una croce sopra la stagione e corriamo il rischio serio di non vedere più riaprire, in estate, tante strutture".

Che misure servono?

"In questo momento serve accelerare per mettere in sicurezza il settore e salvare il salvabile, adottando un piano nazionale urgente di azioni: riconoscimento di ristori efficaci che ristabiliscano equità per l’anno 2020; proroga della cassa integrazione; proroga delle rate dei mutui e concessione di prestiti ventennali; sostegno alle imprese in affitto per il pagamento del canone di locazione; riduzione dell’aliquota Iva al 5% in analogia a quanto avvenuto in altri Paesi europei; esonero dal pagamento per il 2021 di Imu e Tari".

Vi aspettate mosse in vostro favore anche dal Comune?

"Sotto il profilo Tari è innegabile che la mancata produzione di rifiuti si traduce in un risparmio di costo per i gestori e dunque ci aspettiamo che i Comuni modenesi, a partire da Modena con cui stiamo approfondendo il tema, inseriscano nelle delibere prossime all’approvazione misure ad hoc verso gli alberghi ed i settori più in difficoltà a partire da bar e ristoranti per tagliare fino al 100% la Tari sul 2021".