Alberghiera, tanti iscritti: «Modello vincente»

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di WALTER BELLISI

– SERRAMAZZONI –

POCHI GIORNI e anche la Scuola alberghiera e di ristorazione di Serramazzoni inizierà le lezioni. Anche quest’anno le domande di iscrizioni sono in numero superiore alla disponibilità dei posti. Da qualche mese, responsabile della scuola è Giovanna Cammelli che ci offre un quadro su questa scuola che gode di prestigio non solo nel territorio modenese.

Chi può frequentare la Scuola Alberghiera Ial di Serramazzoni?

«Per accedere ai percorsi di istruzione e formazione professionale (IeFp) occorre aver concluso nove anni di scuola nel sistema dell’istruzione. Il percorso, sostenuto dal finanziamento del Fondo sociale europeo attraverso la Regione Emilia-Romagna (quindi gratuito per i partecipanti), è costituito da un biennio di formazione di base a indirizzo misto: cucina con nozioni di pasticceria, sala e bar. Le materie di studio sono quelle dell’area tecnico professionale, oltre a quelle relative agli assi culturali e al consolidamento delle competenze di base».

Qual è il modello educativo della Scuola Alberghiera Ial di Serramazzoni?

«Il modello educativo proposto è quello della simulazione di un albergo ristorante dove gli allievi, alternandosi nei reparti, interpretano i ruoli del personale e dei clienti della struttura. Questo modello che, fin dalla sua prima sperimentazione (oltre 20 anni fa), caratterizza la scuola in maniera peculiare rendendola unica sul territorio regionale e non solo: è molto efficace dal punto di vista didattico». Quale ruolo ha il convitto nella vostra scuola?

«Grazie al convitto possiamo perseguire un obiettivo ancora più alto e realizzare un progetto educativo globale. Questo progetto va oltre lo sviluppo delle competenze lavorative e si focalizza sulla dimensione socio–educativa della formazione. L’esperienza della vita convittuale rappresenta una grande opportunità per la maturazione personale e l’incremento delle autonomie, per lo sviluppo della cultura del rispetto per sé e gli altri, per l’accrescimento di risorse e competenze personali. La scuola diventa per molti una grande famiglia».

Il mercato del lavoro premia la vostra impostazione?

«La facilità con la quale i nostri allievi e allieve riescono a collocarsi nel mondo del lavoro, con dati occupazionali oltre il 90%, rappresenta la testimonianza più evidente dell’efficacia del nostro modello. Del resto ci capita spesso di ricevere più richieste di personale rispetto al numero di giovani da collocare, poiché al termine della scuola la stragrande maggioranza degli allievi trova lavoro».

Che cosa pensa del boom delle donne chef?

«Sono spesso e ingiustamente penalizzate da un settore tipicamente maschile, ma sono molto preparate e hanno doti vincenti come la determinazione, la caparbietà, la costanza, la creatività».