Alessandro Gozzoli morto legato in casa, romeno accusato dell’omicidio incarcerato al S. Anna

L’uomo è stato bloccato in Romania il 24 aprile scorso. Deve rispondere anche di rapina aggravata e appropriazione indebita. Presto sarà sottoposto a interrogatorio da parte del giudice

Il 41enne Alessandro Gozzoli

Il 41enne Alessandro Gozzoli

Modena, 18 maggio 2023 – È arrivato ieri mattina in Italia, all’aeroporto di Fiumicino il romeno 20enne accusato di omicidio volontario, rapina aggravata e indebito utilizzo di strumenti di pagamento e arrestato in Romania lo scorso 24 aprile, in esecuzione del mandato d’arresto europeo emesso il 14 aprile dal Gip su richiesta della Procura di Modena. Parliamo del giovane accusato del terribile delitto del 41enne Alessandro Gozzoli, trovato morto lo scorso dieci marzo nella sua camera da letto, con le mani ed i piedi legati.

Il 41enne Alessandro Gozzoli
Il 41enne Alessandro Gozzoli

Per l’atroce omicidio è indagato anche un altro romeno che però si è reso irreperibile ed ora sono in corso serrate indagini per individuarlo. Il 20enne – difeso dall’avvocato Pier Francesco Uselli del foro di Bologna – su richiesta della procura e della difesa è stato trasferito al Sant’Anna e presto sarà sottoposto ad interrogatorio. Ancora non è stata resa nota la dinamica del delitto o meglio: il movente. Inizialmente era emerso come la vittima fosse morta forse a seguito di un gioco erotico finito in tragedia, vista la modalità con cui il corpo era stato rinvenuto. I datori di lavoro di Gozzoli e la sorella della vittima si erano presentati nel suo appartamento dopo che il 41enne aveva smesso già dalla mattina di rispondere al telefono. Il giovane era stato quindi rinvenuto cadavere nel letto: il corpo era nudo e le mani e i piedi risultavano legati. Ciò che ci si chiede quindi – e le risposte potrebbero arrivare a seguito dell’interrogatorio di garanzia – è se la vittima sia stata rapinata dopo essere stata uccisa nel corso del ‘gioco’ o se sia stata ammazzata proprio a scopo di rapina dai due presunti assassini. Quel che è certo è che i carabinieri si erano resi subito conto come dall’abitazione della vittima, a Casinalbo trovata a soqquadro, mancassero alcuni effetti personali di Gozzoli, tra i quali anche alcune carte di pagamento. Le immediate attività investigative condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Sassuolo, supportati dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Modena, avevano permesso di accertare come gli indagati avessero utilizzato ripetutamente le carte di pagamento dopo il decesso del 41enne. I militari, infatti, avevano accertato come i due, il 10 marzo, avessero appunto utilizzato le carte per effettuare ripetuti piccoli pagamenti, evitando cosi l’inserimento del codice PIN, arrivando persino ad installare, sul loro telefono cellulare, un accessorio per effettuare transazioni contactless ed accreditarsi fino a 115 euro. Come noto dall’abitazione della vittima era scomparsa anche l’auto, una Lancia Y che i carabinieri avevano poi ritrovato in un quartiere di Bologna: il mezzo era stato subito sequestrato e analizzato. Grazie alle immediate indagini gli investigatori avevano subito ricostruito il percorso effettuato dalla vettura, attraverso i filmati di diverse telecamere sul territorio modenese e bolognese e acquisendo le immagini dei due indagati, successivamente riconosciute da alcuni testimoni. Nei confronti del 20enne e del secondo indagato per l’omicidio sono stati quindi raccolti gravi indizi di colpevolezza. Dall’autopsia, infatti, è emerso come la vittima sia morta a seguito della rottura di tre anelli tracheali, compatibili con un quadro asfittico.

Dunque il 41enne morì per asfissia. Grazie all’immediato efficace supporto del desk italiano del servizio di cooperazione giudiziaria in materia penale Eurojust, nonché attraverso l’attivazione dell’Unità italiana della rete europea di ricerca latitanti pericolosi, del servizio per la cooperazione internazionale della direzione centrale della polizia criminale, e la collaborazione con le collaterali Unità Fast rumena e tedesca, il 20enne – sottoposto in Romania all’udienza per l’estradizione – ieri è stato consegnato all’Italia dopo essere stato identificato e bloccato dalla Polizia rumena alla frontiera di Timisoara, al momento dell’ingresso nel di lui paese d’origine.