Alice cercò sul navigatore l’indirizzo di Mohamed "Due giorni fa il suo telefono è stato riacceso"

Nuovi dettagli sulle ultime ore della mamma 32enne uccisa e bruciata: forse voleva accompagnare il tunisino a casa?. Intanto il marito Nicholas rivela: "Lo smartphone di mia moglie ha dato ’segnali di vita’ mercoledì. Non riesco a spiegarmelo"

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di Valentina Reggiani

Mohamed conosceva bene il luogo in cui il corpo di Alice Neri è stato trovato carbonizzato: ad agosto, tra quei due laghetti nelle campagne di Concordia, il tunisino aveva condotto anche un’amica ‘speciale’. Una donna a cui si era rivolto per chiedere i soldi del recente matrimonio e alla quale aveva chiesto aiuto affinchè ospitasse la moglie mentre lui si trovava "via per lavoro". Non solo: il 29enne Mohamed Gaaloul, accusato dell’omicidio della mamma 32enne di Rami di Ravarino, sarebbe stato visto avvicinarsi all’auto della giovane proprio dal collega di lavoro con il quale Alice aveva trascorso la serata, quel giovedì 17 novembre.

Ci sono però ancora tanti aspetti oscuri nella vicenda: proprio per questo ieri sarebbero state effettuate ulteriori perquisizioni, forse per capire se il tunisino abbia avuto eventuali complici nella terribile vicenda, pur essendo ‘pacifico’ che qualcuno nella fuga lo abbia aiutato. Il tunisino – anche in base alle dichiarazioni dei familiari – si è sempre dichiarato "estraneo ai fatti". Ha spiegato che, quella notte, uscì dalla sala slot e accettò un passaggio da parte di ‘una donna bionda’. Eppure a casa non sarebbe rientrato, nonostante la moglie abbia sempre sostenuto il contrario e le prove raccolte dagli inquirenti dimostrano come la sua bici sia sempre rimasta lì, nel piazzale dello Smart Cafè. Ma è plausibile che Mohamed cercasse un passaggio: pare infatti che alle 3 di quel giovedì notte avesse chiamato la sua amica, la stessa a cui si è rivolto in seguito, chiedendole un passaggio. Secondo le indagini degli inquirenti non vi sono dubbi sulla colpevolezza del 29enne: sarebbe stato lui, alle 3.40 di quella mattina, a salire a bordo della Ford Fiesta di Alice per poi condurla, inizialmente, nei pressi di un argine, dove l’auto – ripresa dalle telecamere – sarebbe rimasta dalle 4.04 alle 5.12, per poi andare in quel luogo isolato di Fossa, tra i due laghetti. Le telecamere di videosorveglianza avrebbero ripreso all’esterno del locale proprio gli spostamenti del tunisino dalla sala slot alla vettura della vittima, pur riprendendo in realtà qualche parte del suo corpo o addirittura l’ombra ‘proiettata’ a terra, intenta a spostarsi. Ma ci sono altri enigmi nell’agghiacciante vicenda: un messaggio che Alice avrebbe inviato a Cuccui, forse alle 4 del mattino e che poi è stato eliminato prima che il collega, il venerdì mattina, potesse ‘aprirlo’ ma, soprattutto, la ricerca effettuata da Alice su Google Maps. La vittima, infatti, in base agli accertamenti tecnici emerge aver cercato alle 3.34 la strada verso casa, inserendo quindi Ravarino. Alle 3.39, però, avrebbe impostato la ricerca con navigazione in direzione Vallalta di Concordia, quindi corrispondente al luogo di dimora dell’indagato. Eppure le telecamere esterne al bar avrebbero ripreso la bicicletta ‘abbandonata’ da Mohamed, illuminata dal fascio di luce proveniente dalla ford di Alice, e il passaggio di ombre proiettate a terra, che avrebbero evidenziato il passaggio di un soggetto davanti alla vettura della vittima alla stessa ora: 3.39. Quindi nello stesso istante in cui il 29enne sarebbe entrato in auto, Alice avrebbe cercato la posizione della sua abitazione. Dopo di che la Ford sarebbe partita per raggiungere il lungargine di via Forella alle 4.04 per poi ripartire poco più di un’ora dopo verso il punto in cui è stata rinvenuta l’auto bruciata con all’interno il cadavere carbonizzato della vittima. Nelle intercettazioni ‘captate’ dagli inquirenti sarebbe emerso lo stato di agitazione del tunisino nel corso delle conversazioni della moglie che, preoccupata, in una conversazione afferma: "Forse ho sposato Pablo Escobar".

Quel che pare certo, intanto, è che Mohamed Gaaloul si ‘consegnerà’ all’Italia e che quel corpo rinvenuto carbonizzato nelle campagne di Concordia apparteneva ad Alice Neri: lo confermano infatti gli esiti della comparazione del Dna. Mentre si attende che le indagini forniscano un movente all’efferato delitto, il marito della vittima, Nicholas Negrini spiega come il telefono della vittima abbia dato improvvisamente ‘segnali’, come se qualcuno lo avesse riacceso. "E’ stato recapitato un messaggio di whatsapp inviato a mia moglie dalla mamma e da una sua amica il 13 dicembre scorso. Il messaggio, però, era stato inviato il 18 novembre dopo le 7, quando il telefono di Alice risultava già spento. Da quello che ho capito – conclude - forse c’è una ragione tecnica".