E’ trascorso un anno esatto dal terribile ed efferato delitto di Alice Neri, la giovane mamma di Ravarino ammazzata a coltellate nelle campagne di Fossa di Concordia. Un anno in cui gli inquirenti, coordinati dalla Procura, hanno condotto indagini a 360 gradi per cercare di far luce su un femminicidio che ha sconvolto l’Italia e che ha privato dell’amore di una mamma una bambina ma anche un’intera famiglia che oggi chiede giustizia. Oggi, 18 novembre, per non dimenticare, mettete un lumino sulla finestra. L’appello arriva da Patrizia Montorsi, mamma della 32enne. "Sabato 18 novembre, un anno che ci hanno portato via Alice privandoci della gioia del suo sorriso – afferma –. Un mostro ha tolto la vita ad una donna, mamma e figlia, che ancora oggi chiede giustizia. Ricordiamo la dolce Alice mettendo un lumino sulla finestra per lei e per dire no alla violenza sulle donne".
"In questo momento – dice l’avvocato della famiglia, Cosimo Zaccaria – penso si debba dedicare la massima attenzione e rispetto alla figura di Alice, come donna, come mamma, come persona. Mi limiterò a ricordare l’iniquità di una morte così crudele da non averle consentito ancora un meritato riposo, una veglia da parte dei suoi cari. Un funerale. Un simile trattamento non sta accadendo nemmeno nelle guerre. In questo anno tante persone – anche le più inaspettate – hanno infangato la sua memoria, con giudizi e pregiudizi che di umano e di ragionevole hanno poco. Alice ha subito ogni genere di vittimizzazione e spettacolarizzazione della sua vita, dei suoi aspetti più intimi. Ora è il momento del silenzio. Del ricordo di una persona sorridente e che amava la vita, trucidata senza alcuna pietà".
Ad un anno di distanza dal ritrovamento del corpo senza vita della giovane mamma, chiuso nel bagagliaio della sua Ford Fiesta azzurra data alle fiamme, si svolge anche l’udienza preliminare nei confronti di Mohamed Gaaloul, il tunisino 30enne unico imputato per il delitto. L’udienza avrebbe dovuto svolgersi lo scorso 16 novembre, ma è slittata a lunedì 20 su richiesta dell’avvocato dell’imputato, Roberto Ghini. E’ assai probabile che la difesa di Gaaloul opti per un decreto di giudizio immediato, al fine di arrivare in tempi più rapidi possibili ad affrontare il processo. Gaaloul risponde di omicidio volontario e distruzione di cadavere: le imputazioni di violenza sessuale e tentata estorsione sono state stralciate, non avendo chiesto la Procura l’estensione della estradizione anche per questi capi d’accusa.
Come noto in questi mesi si sono susseguite numerose perizie, incidenti probatori su una grande quantità di reperti, intercettazioni telefoniche e ambientali per cercare di far luce su quanto avvenuto quella notte. Secondo la Procura vi sono chiari e indiscutibili indizi di colpevolezza contro Gaaloul, a partire dalla sua fuga all’estero qualche giorno dopo il delitto. Secondo i legali e consulenti del marito della vittima, Nicholas Negrini, invece, sono ancora tante le piste rimaste inesplorate e, recentemente, hanno depositato nuove memorie.
Ciò che resta un mistero, è il movente di un così efferato delitto.