Alice Neri, altri misteri: "Ho cancellato dal mio telefono le chat con lei"

Il collega che scrisse le lettere d’amore: "Aveva più profili"

Modena, 28 febbraio 2023 – “L’ultimo messaggio di Alice? Non ce l’ho registrato. Non ho più la chat di Alice. L’ho cancellata. Perchè avrei dovuto tenerla? Mi disse in pausa pranzo che si doveva vedere con questo collega del lavoro. Stop".

Dopo qualche settimana dal terribile omicidio della mamma di Ravarino Alice Neri, lo stesso collega di lavoro che scrisse diverse ‘dichiarazioni d’amore’ alla vittima, messe nero su bianco su un block notes e sequestrate dai carabinieri nell’armadietto della 32enne, in azienda, fece queste rivelazioni al giornalista Alessandro Politi, inviato di Storie Italiane. Parliamo dello stesso uomo – che non risulta indagato – che avrebbe pubblicato un post inquietante il giorno in cui è stato trovato il corpo carbonizzato della giovane mamma.

Alice Neri, la giovane mamma uccisa
Alice Neri, la giovane mamma uccisa

"Da quando è successo quello che è successo, io di lei non ho più neppure il numero. Se avevano qualcosa contro di me...", afferma ancora. "Alice mi contattò con un profilo Facebook falso inizialmente – spiega ancora – era luglio 2022".

In quella circostanza, emerge dalla conversazione, la vittima si era presentata come ‘Dany’, utilizzando pare il nome di un collega appena arrivato in azienda. Un profilo che non è più attivo, a quanto pare. L’uomo, alla presenza della moglie, non nasconde di essersi trovato all’improvviso in una situazione ‘pesante’, difficile da gestire.

"Lei, il giorno in cui è scomparsa mi ha detto che dopo il lavoro doveva incontrare un ex collega – spiega infine – un ex collega di un’azienda di verniciatura. Io ero il suo amico, l’amico della fabbrica. Parlavamo tanto, si sfogava con me".

Nell’armadietto della vittima i militari trovarono le lettere d’amore del collega in questione, ma anche una foto che li ritraeva insieme, una catenina che ‘l’amico’ le aveva recentemente regalato e un rotolo di carta gommata con la scritta ‘Ti voglio bene’. Intanto si attende il prossimo sei marzo, quando è previsto l’incidente probatorio durante il quale saranno sentite le testimonianze dei tre tunisini che sostengono di aver visto Mohamed Galooul, 29 anni, principale sospettato, proprio quella mattina, rientrare a casa con gli abiti sporchi d’olio. Durante l’incidente probatorio il caso potrebbe arrivare ad una svolta.