Alice Neri uccisa a Modena, tensione nella fabbrica dove lavorava

"Era in confidenza con un altro collega". I dipendenti: "Non è il ragazzo dell’aperitivo. E’ nervoso ma continua a lavorare"

Modena, 25 novembre 2022 - Era l’unica donna in servizio nel reparto tubolari della Wam, addetta alla verniciatura. Alice Neri aveva fatto una scelta coraggiosa: lavorare in un ambiente prettamente maschile. Ed è qui, ora, che si concentrano le indagini dei carabinieri del reparto operativo di Modena, ovvero sul luogo di lavoro. Da quando è stato trovato nelle campagne di Concordia il corpo carbonizzato della 32enne, nella grande azienda di Cavezzo l’aria si taglia col coltello. Tra i colleghi c’è poca voglia di parlare, si respira tensione e anche tanto dispiacere per la terribile fine che ha fatto la donna, mamma di una bambina di 4 anni.

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Alice Neri uccisa, tensione nella fabbrica dove lavorava
Alice Neri uccisa, tensione nella fabbrica dove lavorava

"Non la conoscevo ma so che era l’unica donna nel reparto tubolari dove ci sono in servizio una settantina di uomini. – racconta un dipendente all’uscita dal turno di lavoro – Era insomma una delle poche donne in produzione, ce ne sono davvero poche. Ci si era chiesti come sarebbe stata accolta... sì, era soggetta ad apprezzamenti, ecco, non passava inosservata. Era in confidenza con un collega, lo sanno tutti...", conclude facendo riferimento al terzo uomo ora ’attenzionato’ dalle forze dell’ordine oltre ai due indagati per omicidio, cioè il marito Nicholas Negrini e l’amico con cui la donna aveva preso l’ultimo aperitivo della sua vita giovedì sera, anche lui collega della Wam.

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In azienda, secondo quanto riferito da un altro dipendente, è stato osservato un minuto di silenzio per la morte di Alice Neri: "Sì, c’erano delle attenzioni nei suoi confronti da parte di alcuni colleghi perché era l’unica donna nel reparto. In particolare abbiamo notato tutti che aveva un rapporto un po’ più intimo, di complicità, con un collega che non ha mai smesso di lavorare. Diciamo che quando c’è lui in turno c’è imbarazzo, c’è il dubbio". Si tratterebbe di un ragazzo con famiglia, poco più grande di Alice, ultimamente nervoso ma sempre presente al lavoro anche nelle ore successive alla morte della donna. Secondo i testimoni avrebbe anche accusato un malore in fabbrica.

Non è chiaro quale sia la posizione di questo cosiddetto ’terzo uomo’. Agli atti - per il momento - non risulterebbe indagato.

Pare che l’auto sospetta immortalata dalle telecamere di Concordia - nei pressi del luogo in cui è stato rinvenuto il cadavere carbonizzato - sia la sua. Gli inquirenti, infatti, hanno appurato che quella notte a Concordia sono transitate la Ford della vittima e l’auto dell’amico con cui aveva preso l’aperitivo, ma anche un terzo veicolo sospetto che potrebbe avere a che fare con l’omicidio. I carabinieri stanno scandagliando il mondo di Alice, cioè cercando di capire chi frequentava, con chi si confidava, chi c’era nella sua cerchia e se qualcosa era cambiato da qualche mese a questa parte, cioè da quando aveva iniziato il nuovo lavoro a Cavezzo. Un lavoro che le piaceva, secondo i familiari. E che a volte la portava fuori la sera per degli aperitivi appunto con i colleghi di lavoro.