Alice Neri, il mistero s’infittisce: "Aveva assunto droga"

Lo dicono gli esami tossicologici eseguiti sui resti della donna carbonizzata La positività alla cocaina apre nuovi scenari: "Mohamed spacciava hashish"

Modena, 31 gennaio 2023 – “Positività alla cocaina e all’alcol". E’ quanto trapela dalle analisi tossicologiche effettuate sui pochissimi campioni di tessuto della giovane mamma di Ravarino, Alice Neri.

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Tra i resti della vittima, rinvenuti carbonizzati nel baule nella sua stessa Ford, data alle fiamme a Fossa di Concordia erano infatti stati isolati alcuni tessuti che sono stati immediatamente analizzati durante l’esame medico legale. Ora gli esiti aprono la strada a nuove ipotesi così come ad ulteriori inquetanti quesiti. Chi diede la cocaina alla vittima? E, soprattutto, Alice consumò la sostanza quella stessa sera, prima di essere uccisa? Oppure quelle tracce di droga risalgono a qualche tempo prima? Ma soprattutto. E’ possibile escludere con certezza che la 32enne sia deceduta a seguito di un eventuale malore, legato all’assunzione di droga, unita all’ingestione di alcolici? La conferma dell’assunzione di sostanze stupefacenti da parte della giovane mamma non restituisce alcuna ‘verità’ nell’ambito di un presunto femminicidio così brutale e crudele ma potrebbe portare a nuove piste investigative. Nessuno restituirà mai Alice alla sua bambina, al marito, ai suoi cari ma il mistero che ancora avvolge il delitto allontana ciò che la famiglia invoca: giustizia. Pare che Mohamed Gaaloul, in carcere per omicidio volontario e distruzione di cadavere, spacciasse ma "in particolare hashish e marijuana", si dice a Concordia.

C’è un’altra figura che ruota attorno alla vicenda? Una persona che possa essere ricondotta alla cessione della sostanza stupefacente? Come già emerso ci sarebbero altre vetture ‘immortalate’ dalle telecamere comunali ma anche di privati cittadini nei pressi di via Mazzalupi e stradine limitrofe la notte in cui Alice Neri sarebbe stata ammazzata. Vetture che sarebbero passate in direzione di Vallalta in un orario compatibile col delitto, addirittura nei pressi di via Forella. E’ vero che Mohamed Gaaloul ammette di essere salito a bordo dell’auto della vittima dopo aver accettato un passaggio a casa, quella notte, all’esterno dello Smart Cafè, ma nessuno sa se – dalle 3.40 alle 5.15 circa – la Ford di Alice possa aver ‘incrociato’ altre persone ad oggi ignote. Una prima svolta potrebbe arrivare il prossimo tre febbraio: ovvero quando è prevista l’udienza davanti al tribunale del Riesame. L’avvocato Roberto Ghini, difensore di fiducia di Gaaloul ha presentato richiesta di scarcerazione del tunisino. Inoltre la Procura ha chiesto l’incidente probatorio per tutti e tre gli indagati: il tunisino 29enne, il marito della vittima e il collega di lavoro con il quale Alice ha trascorso la sua ultima notte in vita. Saranno in quell’ambito svolti accertamenti irripetibili su reperti ritrovati vicino al cadavere bruciato.