Omicidio Alice Neri, arrestato in Francia il tunisino ricercato. Decisivo un video

Mohamed Gaaloul, indagato per il delitto della mamma 32enne trovata morta carbonizzata nel Modenese, era in Alsazia. La visione dei filmati, nella zona del bar, la sera dell'omicidio, "è stata la svolta"

Modena, 14 dicembre 2022 - E' stato arrestato in Francia a Mulhouse, in Alsazia, al confine con la Svizzera, Mohamed Bedoui Gaaloul, il 29enne tunisino indagato per l'omicidio di Alice Neri, la mamma 32enne trovata morta carbonizzata a Fossa di Concordia, nel Modenese, lo scorso 18 novembre. Alice era sparita la sera prima, dopo una serata trascorsa con un collega allo Smart Cafè, anche lui indagato insieme per altro al marito della donna che però avrebbe un alibi di ferro: era a casa con la bimba di 4 anni, quella notte. Il marito è stato convocato in caserma dai carabinieri e informato dell'operazione, prima che venisse diffusa la notizia. Probabilmente domani ci sarà l'udienza di convalida dell'arresto. 

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Alice Neri e Mohamed Gaaloul, il 29enne tunisino arrestato in Alsazia
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"L'arrestato - fa sapere la Procura di Modena - è destinatario di un mandato di arresto europeo emesso il 30 novembre dal Gip del Tribunale di Modena su richiesta della procura avanzata il 28 novembre. L'indagato era attivamente ricercato in Europa attraverso la proficua collaborazione fornita da Eurojust, in persona del membro italiano e del suo staff, il cui contributo è risultato indispensabile ai fini dell'attivazione della cooperazione giudiziaria e di polizia, assicurata mediante il Servizio di cooperazione Internazionale di polizia con Francia, Svizzera, Grecia, Germania e Paesi Bassi".

"L'intervento odierno - aggiunge ancora la nota della Procura - consegue alle serrate indagini dirette e coordinate da questa procura e delegate al Nucleo investigativo carabinieri di Modena, i cui ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria, più volte in questi giorni, regolarmente autorizzati dalle competenti autorità, si sono recati in Francia e Germania per collaborare con i collaterali organi di polizia per il rintraccio del fuggitivo”.

Dove si trova Mulhouse, il centro dove è stato arrestato il tunisino (Google Maps)
Dove si trova Mulhouse, il centro dove è stato arrestato il tunisino (Google Maps)

"Il Mae una volta eseguito dovrà essere sottoposto ad una procedura interna, per la convalida, l'autorità giudiziaria competente è la Corte d'Appello di Nancy, quindi al più tardi domani ci sarà questa udienza di convalida, dove all'indagato sarà consentito di rendere sue dichiarazioni a garanzia - dice il procuratore di Modena, Luca Masini -, dopodichè le procedure di consegna, perchè per il Mae c'è consegna, non estradizione, sono previste in tempi più o meno rapidi, in base all'opposizione o meno alla consegna. Ove non lo avessimo rintracciato e non fosse stato catturato, avremmo comunque acquisito noi la prova che consapevolmente si sottraeva alla cattura e questa prova era fondamentale per poter chiedere e ottenere la dichiarazione di latitanza. La persona indagata si è volontariamente spostata dai posti in cui si trovava, Svizzera, Francia, Germania, e nuovamente Francia", ha spiegato Masini.

Gli inquirenti hanno spiegato che il 29enne è sfuggito per due volte a tentativi di cattura e che ci sono state persone che lo hanno aiutato nella sua fuga dall'Italia. Ad arrestarlo sono stati gli uomini del servizio di Polizia Giudiziaria del commissariato francese di Mulhouse, con il supporto della Brigata di Ricerca e Intervento di Strasburgo. I parenti avevano spiegato che la volontà del tunisino era quella di tornare in Italia per raccontare la propria versione dei fatti. Il 29enne era sparito da Concordia l’indomani del ritrovamento del cadavere come confermato da diversi testimoni.

In un video Mohamed va verso l'auto di Alice

"Non abbiamo allo stato elementi per affermare che l'indagato e la vittima si conoscessero", prosegue Masini. Gli inquirenti hanno spiegato che il ruolo delle telecamere è stato fondamentale per le indagini e che all'inizio, solo come atto dovuto, per far accertamenti sui telefoni, sono stati indagati il marito e l'amico della vittima, ma oggi si può dire che "sono quasi certamente innocenti". Entrambi infatti, secondo gli investigatori, erano dove hanno detto di essere la notte dell'omicidio, il marito a casa e l'amico di ritorno a San Possidonio dopo aver lasciato Alice allo 'Smart caffè'.

La visione dei filmati è stato l'elemento decisivo, che ha permesso di identificare tutti i presenti nel locale e anche l'arrivo allo 'Smart caffè, in bicicletta, del 29enne tunisino, verso le tre. Alice, poi, ha lasciato il locale verso le 3.40 e non alle 2.30. La bicicletta del 29enne, poi resta sempre lì, e c'è un movimento - hanno spiegato gli inquirenti - da cui sembra che il tunisino vada verso la macchina di Alice poco prima che parta. L'unica possibilità, quindi, è che se ne fosse andato sulla macchina di Alice. "Questa è stata la svolta", hanno detto gli investigatori, poi ci sono altri elementi, mentre sul movente rimane ancora uno stretto riserbo. Un altro degli elementi emersi è che il presunto assassino conosceva e frequentava il luogo dove è stato ritrovato il cadavere carbonizzato di Alice.

Il delitto di Modena

Sono circa le 18.30 di giovedì 17 novembre quando Alice Neri arriva a casa, saluta la sua bambina e il marito, Nicholas, annunciandogli che sarebbe andata a bere un aperitivo con un'amica. Ventiquattro ore dopo la giovane mamma 32enne di Rami di Ravarino viene trovata morta carbonizzata nel baule della propria Ford Fiesta.

Ad accorgersi del fumo nelle campagne di Fossa di Concordia, alle 21 di venerdì sera, è un passante che subito lancia l'allarme. Da quel momento si sollevano mille dubbi su quella che potrebbe essere l'agghiacciante verità. 

Il fascicolo aperto in procura a Modena è per il reato di omicidio volontario. Le indagini dei carabinieri di Modena si sono concentrate fin da subito sugli spostamenti della vittima – grazie ad un'analisi attenta delle celle telefoniche e dei dati contenuti nel telefonino della donna – così come sulle amicizie e sui rapporti di Alice. 

Alice finisce il turno, quel  maledetto giovedì, alle 16.30. Per motivi oggi sconosciuti arriva a casa circa due ore dopo. Quindi incontra l'amico sardo, alle 19.40, al bar di Concordia. La donna lascia il parcheggio del locale alle 2.40 di venerdì mattina per passare poi davanti alle telecamere del caseificio poco distante alle 2.51. La localizzazione del suo telefonino, però, alle 3.40 della stessa notte la segnala ancora nel parcheggio del bar. Cosa è successo davvero?