All’iMeat di Modena proclamato il miglior filetto

Le odiate polpette del convitto dove D’Annunzio studiava da ragazzo, l’amato pasticcio di fegato, le carni fredde per i picnic, il polpettone, di cui era ghiotto. Lo stufato di pollo che ritroviamo nei 3 Moschettieri di Dumas. L’agnello alla provenzale di Silvio Pellico ne Le mie prigioni. Il Pasticcio di pernice di Maupassant. Il Roastbeef di Jules Verne ne Il giro del mondo in 80 giorni. E ancora i rognoni d’agnello al Madera nell’Ulisse di Joyce. La trippa del sabato di Soldati. L’Arrosto e il Bollito di Carlo Emilio Gadda. Il coniglio alla cacciatora di Hemingway nel romanzo Per chi suona la campana. Sono solo alcuni dei piatti a base di carne che ritroviamo sulla mensa dei più famosi scrittori, rimarcando un rapporto indissolubile tra cucina e letteratura, che descrive la quotidianità dei personaggi e degli autori rendendoli più vicini a noi. Un tema collaterale ma intrigante e denso di spunti che è emerso lo scorso 29 maggio, quando il mondo della carne si è ritrovato a convegno all’Auditorium Monzani nell’evento iMEAT Forum, organizzato da Ecod Srl di San Vittore Olona (Milano), un’occasione per interrogarsi sui nuovi significati di consumo nel mondo carne, dall’ecommerce alla dry aged, attraverso il ruolo delle proteine e della carne nei consumi alimentari, l’innovazione nell’offerta rispetto ai nuovi bisogni di consumo, la macelleria contemporanea tra vendita e somministrazione. Un’intensa giornata di tavole rotonde, dibattiti, degustazioni, ma anche un momento di confronto e gara, con l’atteso iMEAT Farm Challenge 2022, dove una selezione di virtuosi allevatori italiani si è sfidata a suon di filetti e controfiletti, valutati da una giuria di esperti. Una sfida senza esclusione di colpi, dove il premio Miglior Bistecca è stato attribuito alle carni di razza Wagyu dell’allevatore altoatesino Oberweidacherhof; il Miglior Filetto, all’allevatore BiFarm S.r.l. con carni di razza Aberdeen Angus; il Miglior Controfiletto alla razza Wagyu dell’allevatore Oberweidacherhof.

Luca Bonacini