"Alloggi nell’ex caserma Fanti, critiche pretestuose e fuorvianti"

Dopo gli attacchi di Italia Nostra e ’Deputazione di storia patria’, che contestano la riqualificazione, l’imprenditore Marchi alza la voce: "Acquisto fatto alla luce del sole, l’immobile sarà totalmente rigenerato"

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di Stefano Luppi

"Ho letto che alcune associazioni hanno inteso sollevare eccezioni, critiche ed obiezioni in merito alla ristrutturazione dell’ex caserma Fanti della quale sono proprietario dopo avere partecipato a un’asta pubblica. Penso che tutto ciò sia un esercizio inutile e forse anche pretestuoso che ha il solo ed esclusivo effetto di allungare i tempi di realizzazione dell’opera, provocare potenziali danni e creare disorientamento ed incertezza". L’imprenditore carpigiano Vannis Marchi, fondatore con il fratello Marco del noto marchio di moda "Liu Jo", in prima battuta non intendeva intervenire pubblicamente, a seguito delle aspre critiche sull’intervento edilizio che sul Carlino hanno espresso le associazioni Italia Nostra e Deputazione di storia patria, contrarie alla trasformazione in trenta appartamenti di lusso dello storico stabile ottocentesco. Poi l’imprenditore del tessile, oggi attivo in campo immobiliare, ha cambiato idea probabilmente forte anche del sostegno della Soprintendenza oggi retta da Alessandra Quarto e dell’amministrazione, reso attraverso le autorizzazioni che gli enti preposti hanno concesso per questo cantiere importante di via Saragozza.

"Mi sento in obbligo di intervenire – prosegue Marchi – per fornire alcune opportune delucidazioni e precisazioni. La caserma Fanti è stata acquistata a seguito della partecipazione ad un bando pubblico, quindi accessibile a tutti, organizzato dalla Provincia di Modena nella sua qualità di precedente proprietario. Come è ben noto, l’immobile versava in uno stato di completo abbandono, non era utilizzato da anni e presentava notevoli criticità. Nel pieno rispetto della legge – continua l’imprenditore – si è giunti alla formalizzazione dell’acquisto e successivamente all’approvazione di un ambizioso progetto che restituirà a Modena un immobile completamente rigenerato, perfettamente inserito nel tessuto urbano, sicuro dal punto di vista sismico, con impianti moderni ed efficienti dal punto di vista energetico. Tutto ciò senza alcun costo per la collettività e per l’amministrazione pubblica".

Marchi, che a Modena ha acquistato altri palazzi storici sborsando milioni di euro, ieri lavorava insieme al suo responsabile per le attività immobiliari Ercole Bassoli e ha voluto approfondire altri punti della vicenda. "Credo che fare solamente ora – dopo un bando, un rogito ed un iter di approvazione progettuale – pubblici proclami per richiedere la riconversione a museo di un immobile oramai di proprietà privata (si riferisce alla proposta della Deputazione che qui vedrebbe un ‘museo della restaurazione e del risorgimento’, ndr), oppure stravolgimenti progettuali, tra l’altro senza averne alcuna legittimazione, sia appunto pretestuoso e generi incertezza. Chiedo, quindi, che venga rispettato il lavoro di chi ha sempre agito con la massima correttezza e trasparenza e non ha mai cercato scorciatoie; tutto ciò anche a tutela delle persone e delle istituzioni che ad oggi hanno fortemente creduto nel progetto e non è giusto che ricevano messaggi sbagliati e fuorvianti. Resto ovviamente disponibile – chiude l’imprenditore – a fornire dettagli e delucidazioni, purché ciò non intralci od ostacoli il compimento del progetto in atto".

Marchi ha acquistato recentemente, in questo caso dallo Stato, anche l’ampia e contigua ex caserma Garibaldi. Questo edificio, anch’esso parte dell’ex monastero di San Pietro, cade letteralmente a pezzi.