"Alluvione, viviamo ancora nella paura"

Sette anni fa l’esondazione del Secchia, i comitati: "Finora solo interventi tampone, a dicembre salvi per pochi centimetri"

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A poco più di un mese dall’esondazione del Panaro a monte dell’abitato di Nonantola, il 6 dicembre scorso, è ancora più vivo il ricordo che accompagna il 7° anniversario dell’alluvione 2014, e le polemiche, mai sopite, tra i Comitati da una parte, sindaci e istituzioni dall’altra, sulla messa in sicurezza del nodo idraulico modenese. Quel giorno di sette anni fa, il 19 gennaio, il Secchia esondò rompendo gli argini a San Matteo causando l’alluvione di Bastiglia e Bomporto, una vittima, Oberdan Salvioli, e il terrore negli occhi di intere popolazioni. "La paura c’è ancora, l’ho rivissuta e ha riaperto vecchie ferite" dichiara Francesca Silvestri, sindaco di Bastiglia, che domani depositerà una corona di fiori sul monumento eretto in memoria di Salvioli. "Nel corso di questi sette anni – sottolinea – di interventi ne sono stati fatti. Se così non fosse stato non potremmo fronteggiare la furia dei cambiamenti climatici, che riversano acqua con maggiore intensità rispetto al passato. Tuttavia, occorre maggiore rapidità negli interventi a fronte di progetti esecutivi e finanziamenti concessi. Se il Ponte Morandi è stato costruito a tempo di record – commenta la sindaca – noi dovremmo assicurare la stessa celerità alle opere relative al nodo idraulico modenese. I tempi necessari ad AiPo non sono quelli dei cittadini, e sembra che nulla si muova, ma stiamo lavorando" assicura.

"Quanto alle Casse di Espansione del Secchia, averle più capienti ci darebbe maggiore tranquillità, ma servono – ribadisce – procedure più snelle per le grandi opere". Il sindaco di Bomporto, Angelo Giovannini, conferma. "E’ indubbio – dichiara – che dal 2014 ad oggi gli enti preposti, politici e tecnici, abbiano cambiato passo rispetto ai decenni precedenti. Sono stati messi in campo dalla Regione finanziamenti massicci, decine di cantieri sono stati allestiti e i progetti, realizzati su Panaro, Secchia, Naviglio e sul reticolo minore, hanno dato frutti positivi. Certo – dichiara il sindaco – molto rimane da fare: il nodo idraulico modenese è uno dei punti più fragili e complessi del territorio nazionale e non ci si può accontentare; bisogna affrontare presto e in modo determinante la questione delle Casse d’Espansione del Secchia; proseguire negli interventi sugli argini e potenziare manutenzione e prevenzione. I dirigenti attuali e i tecnici di AiPo, Agenzia regionale Protezione civile e Burana sono competenti e capaci. Noi dobbiamo continuare a collaborare con loro vigilando e monitorando il fatto e il da farsi, a nome delle nostre comunità". I Comitati, nati dopo l’alluvione 2014, sono invece estremamente critici sulle cose fatte, gli ‘abitanti’ dei fiumi hanno paura. "Lo scorso 30 novembre, sei giorni prima dell’esondazione del Panaro – dichiara Massimo Silvestri, presidente del Comitato ‘Secchia’ e portavoce dei Comitati ‘Arginiamo’, ‘Campogalliano’, ‘Respiriamo Aria Pulita’ – in videoconferenza con Aipo, Protezione Civile, Regione, Autorità di Bacino Po avevamo ribadito perplessità e preoccupazioni relative alla ‘confusione gestionale’ sulla messa in sicurezza del nodo idraulico modenese. Avevamo anche depositato in Regione un dossier-denuncia sui rischi. Siamo stati profetici: non solo ha ceduto un tratto arginato del Panaro, ma anche il Secchia ha rischiato grosso. A Ponte dell’Uccellino non ha tracimato grazie a soli pochi centimetri di arginatura rimasta. Se non cambia il ritmo degli interventi continueremo ad andare sott’acqua, la nostra gente ha paura". Secondo i Comitati, "le istituzioni continuano a non dare risposte risolutive. I sindaci dovrebbero essere dalla parte dei cittadini, difendere i loro territori. Finora – ribadiscono – dopo l’alluvione 2014 sono state fate solamente opere ‘tampone’".

Viviana Bruschi