Eternit vicino alle scuole a Modena, i genitori chiedono la bonifica dell’area

Via Amundsen, i residenti: "Per i nostri figli siamo disposti a pagare di tasca nostra"

I genitori preoccupati

I genitori preoccupati

Modena, 3 dicembre 2018 - «Purtroppo la politica non è stata in grado di trovare soluzioni alternative, quindi per il bene del quartiere siamo disposti a pagare di tasca nostra. Chiediamo che l’Ausl convochi subito un incontro per parlare della bonifica con il curatore fallimentare». Lanciano un messaggio chiaro alcuni genitori delle scuole elementari Giovanni XXIII in via Amundsen insieme a un gruppo di residenti della Madonnina.

A preoccupare da tempo i cittadini sono le coperture in amianto dei fabbricati abbandonati nell’area privata di via Emilia Ovest 621: il terreno, meta di balordi e senzatetto, è parte dei beni della Cesa Costruzioni, realtà finita in liquidazione volontaria e al momento gestita da un curatore fallimentare. Qui doveva venire realizzato, tra le altre cose, il nuovo Conad, ma l’operazione è naufragata per colpa della procedura in atto. Proprio questa situazione ancora in corso blocca, di fatto, qualsiasi tentativo di riqualificazione, ma le famiglie della Madonnina sono stanche di aspettare, specialmente perché l’eternit è a meno di cento metri in linea d’aria da scuole e luoghi di aggregazione come la polisportiva.

«Il Comune – spiegano i genitori – ha già risposto che sull’area non può fare nulla in quanto privata. Una risposta istituzionalmente ineccepibile, certo, ma ci sono casi in cui bisognerebbe andare oltre. Pensiamo, infatti, che la salute dei nostri bambini sia più importante, quindi siamo pronti a finanziare la rimozione. La burocrazia, in questi casi, non può essere un ostacolo insormontabile. Chiediamo pertanto all’Ausl di contattare immediatamente il curatore e organizzare un tavolo per discutere ufficialmente la nostra proposta.

La bonifica non può più attendere». Il periodo delle feste natalizie sarebbe perfetto per intervenire: «Le scuole saranno chiuse per tre settimane – dice il gruppo di genitori e residenti – e si potrebbe rimuovere l’eternit sui capannoni, così alla ripartenza delle lezioni il problema sarebbe risolto». Non va dimenticato, poi, che l’area è caratterizzata da un degrado profondo e dalla presenza di continui bivacchi notturni. Emblematica, in questo senso, l’esplosione di un rogo nell’aprile scorso che raggiunse anche l’amianto. “Non possiamo accettare - aggiungono le famiglie - che i nostri figli siano esposti potenzialmente ogni giorno alle fibre di eternit nell’aria. E se capitasse un altro incendio? Il degrado in quell’area è sotto gli occhi di tutti ed è una ferita per tutto il quartiere. Non c’è tempo da perdere».