BARBARA MANICARDI
Cronaca

Amo, controlli a campione sui conti su cartacei forniti dalla dipendente

Il maxi ammanco di 500mila euro di soldi pubblici agita la politica. Si moltiplicano le richieste di “passi indietro”: qualcosa nelle verifiche dei conti non ha funzionato. La documentazione analizzata dai professionisti esterni riportava solo le cifre totali, mai quelle singole

Dai conti di Amo sono sparti circa 500mila euro: si tratta di soldi pubblici sottratti nel giro di cinque anni

Dai conti di Amo sono sparti circa 500mila euro: si tratta di soldi pubblici sottratti nel giro di cinque anni

Modena, 5 luglio 2025 – “Falle nei controlli”, “fare tabula rasa dei dirigenti”, “chi ha sbagliato dovrà pagare senza se e senza ma”. Lo scandalo aMo, con quel buco di 506mila euro (oltre 450mila sottratti attraverso bonifici e almeno altri 50mila euro circa pare prelevati o spesi tra il 2022 e il 2025 con la carta di debito in uso all’ex amministratore unico) sta diventando un vero campo di battaglia sia giudiziario che politico. Al momento sappiamo che è stata depositata una denuncia da parte di aMo contro la dipendente infedele che sarebbe, secondo l’Agenzia per la Mobilità, l’unica responsabile del maxi ammanco e per questo dovrebbe presumibilmente rispondere di truffa ai danni dello Stato.

Ovviamente sarà la magistratura a stabilire la verità, ma intanto a livello politico volano gli stracci e si fanno sempre più insistenti le richieste – per nulla velate – di “passi indietro”.

Ma di chi? Se ci limitiamo ad Amo, l’unico vertice rimasto è il direttore Daniele Berselli, colui che avrebbe scoperto, facendo un pagamento urgente in un giorno in cui la dipendente era in malattia, un bonifico di 7mila euro non regolare per un viaggio istituzionale pare a Londrina (pagato dal Comune).

E sarebbe sempre lui ad aver lanciato l’sos parlando con l’amministratore unico e poi, insieme a Reggianini, con i soci di Amo (il 29 aprile). La denuncia invece è fine giugno. Ora però, tra i tanti interrogativi, ce n’è uno che attanaglia tutti: chi doveva controllare questi benedetti conti di Amo?

Di sicuro il direttore, è tra i suoi compiti ’contrattuali’. Occorre valutare anche quali fossero le attribuzioni del revisore legale. Secondo quanto si apprende nel 2018 tutta la fornitura di servizi amministrativi, quindi anche la contabilità, era stata affidata alla stessa dipendente accusata che era però una collaboratrice esterna. Poi nel febbraio 2021 è stata assunta prima con un contratto di autoferrotranviere poi promossa a capo ufficio.

Da quello che emerge, in Amo faceva tutto lei. Ma aMo fattura la bellezza di 40milioni di euro di soldi pubblici e quindi esistono un collegio sindacale che ha un incarico limitato al rispetto delle leggi e un revisore legale che, secondo la normativa, deve vagliare tutta la parte amministrativa contabile. Secondo quanto si apprende però era sempre la dipendente definita da aMo ’infedele’ a fornire al professionista esterno i documenti di cui aveva bisogno come gli estratti conto, spesso in forma cartacea e inviati, pare, anche via mail. Le cifre erano sempre complessive, mai singole. E in questo modo, guardando solo le disposizioni massive, le voci corrispondevano e i conti quadravano. I revisori insomma pare abbiano verificato alcune voci del bilancio sempre e solo sulla base dei documenti forniti da aMo e a volte si trattava di accertamenti a campione. E comunque il punto di riferimento anche dei ’controllori’ era la dipendente licenziata. E’ evidente che il sistema va rivisto in toto.