«Anche se sono scuole, consumano suolo»

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«ANCHE se sono scuole, consumano territorio. E si tratta di paesaggio agricolo, inedificabile per prescrizione del piano territoriale provinciale». La considerazione è di Italia Nostra Modena, chiamata in causa assieme al ‘Comitato per il no al consumo di suolo’ dai rivali del comitato ‘Sì al polo scolastico in via Motta sud’ a Spezzano che aveva rilevato tra l’altro che alcuni componenti del comitato rivale «sono proprietari di immobili posti di fronte all’area dove il polo sarebbe dovuto sorgere». In altre parole, è stata la rimostranza dei ‘Sì polo’ pubblicata nei giorni scorsi, «sta benissimo il consumo di suolo per la costruzione di villette, edificate pochi anni prima, ma per le scuole no, il territorio diventa inviolabile».

ITALIA Nostra Modena, presieduta da Govanni Losavio, replica oggi all’osservazione sottolineando che l’operazione prevede comunque «consumo di suolo. Non si saprebbe come altro definire l’intervento previsto con l’accordo di programma (luglio 2017) tra Comune di Fiorano e Provincia, nell’ambito agricolo di rilievo paesaggistico a sud della Via Motta, sulla linea che segna il confine urbano di Spezzano con l’insediamento residenziale realizzato da almeno tre decenni (così voleva il piano regolatore) sul limite dell’altro lato della stessa via». E quell’accordo, prosegue l’associazione ambientalista, «non contempla soltanto polo scolastico con palestra e centro pasti, ma pure, oltre l’Hospice, una fitta lottizzazione residenziale che avanza da Villa Moreali Menotti, con il corredo di un invasivo sistema di viabilità a servizio dei nuovi insediamenti. Insomma l’urbanizzazione di un’ampia zona di territorio agricolo vincolato a quella destinazione».

ITALIA Nostra definisce inoltre «suggestivo ma contro la verità lo schema polemico di comodo (e perfino offensivo, per immiserire le ragioni del no) agitato dal vivace Comitato per il sì che, si ricorderà, pochi giorni or sono marciò, con genitori e alunni, sulla Soprintendenza di Bologna. Non fu il Comitato del ‘No al consumo di territorio, valorizzare l’esistente’ (slogan ineccepibile anche nel riferimento a questa vicenda), né la reazione di chi risiede da almeno trent’anni al limite di via Motta, a ‘innescare il movimento che ha portato al ricorso di Italia Nostra’. Fu Italia Nostra invece ad avanzare, sul fondamento delle notizie di stampa, la prima contestazione all’annunciato proposito della vasta urbanizzazione del territorio pedecollinare di Spezzano nel declivio dal Castello». E fu opposto «subito dall’associazione il principio che pure (e soprattutto) le scuole debbono rispettare la prescrizione di tutela del paesaggio agrario dettata da una insuperabile norma del piano territoriale provinciale». Quando tra l’altro «si era ben lontano dall’aver dimostrato che non fosse praticabile la soluzione alternativa della messa in sicurezza dell’esistente insediamento scolastico entro il compatto nucleo urbano di Spezzano».

Gianpaolo Annese