"Ancora oggi una cultura patriarcale e sessista"

Serena Dandini, scrittrice e autrice, racconta come la cultura patriarcale e sessista sia ancora quella dei tempi di Maria Pedena. Per lei, le donne devono essere libere di seguire i loro desideri e decidere del proprio corpo. Una vera rivoluzione culturale nei rapporti fra uomini e donne è necessaria.

"Ancora oggi una cultura patriarcale e sessista"
"Ancora oggi una cultura patriarcale e sessista"

"Non conoscevo la vicenda di Maria Pedena fino a quando me l’hanno fatta scoprire gli amici della Galleria Estense. Ed è incredibile come ci sia come un filo rosso fra tutte le storie di donne uccise, anche a due secoli di distanza...", confida Serena Dandini, scrittrice e autrice, che (grazie a Legacoop Estense) ieri pomeriggio è stata la testimonial d’eccezione per la ‘vernice’ della mostra.

Già dieci anni fa lei ha raccontato donne "Ferite a morte"...

"Sì, e allora quasi non si poteva neppure usare la parola ‘femminicidio’. Fin da subito ho voluto sottolineare che questi non sono omicidi come gli altri: qui siamo di fronte a persone uccise in quanto donne. Nei monologhi ho cercato di dare voce alle storie di donne che hanno subito violenza. Senza differenze di etnie, di religione o di nazionalità".

E dieci anni dopo, è cambiato qualcosa?

"Sicuramente, anche nel nostro Paese, sono state adottate leggi molto importanti nel solco della Convenzione di Istanbul, a tutela delle donne, e anche per la parità economica in tutte le sue sfumature. Purtroppo non basta, perché siamo ancora intrisi in una cultura patriarcale e sessista che, per certi versi, è ancora quella dei tempi di Maria Pedena".

Cosa servirebbe?

"Una vera rivoluzione culturale nei rapporti fra uomini e donne".

Nel suo ultimo libro lei racconta "La vendetta delle muse" (Harper Collins editore). Chi sono le muse da riscattare?

"Sono le donne che nella vita non hanno avuto la possibilità di ricevere la luce che meritavano. Nel mondo dell’epica le muse erano donne fortissime, che comandavano. Poi nel mito romantico sono divenute belle statuine che ispiravano gli artisti, perlopiù maschi. Scorrendo la storia, si possono individuare figure di donne che hanno compiuto imprese straordinarie ma spesso purtroppo sono rimaste nell’ombra. Artiste, letterate, scienziate".

Abbiamo bisogno delle muse?

"Certo, a ognuno di noi serve una musa, una ‘maestra’ che ci dia segnali luminosi e faccia scattare la creatività. La mia prima musa è stata Marianne Faithfull (cantante e attrice britannica che fu compagna di Mick Jagger, ndr): a me ragazzina, in un’Italia ancora molto provinciale, la sua swinging London appariva come un mondo meraviglioso di libertà e indipendenza".

Libertà è sostantivo femminile, lei scrive nel libro...

"Sì, e ho davanti agli occhi il dipinto di Delacroix con Marianna che guida il popolo. Questo dipinto fece scandalo non tanto per il fatto che la protagonista è a seno nudo, quanto piuttosto perché mostrava una donna a guidare la rivoluzione. Quando le donne escono dai sentieri prestabiliti dalla società, la narrazione per loro diventa crudele. Diventano cattive ragazze".

E come sono le donne libere?

"Sono le donne che vogliono seguire i loro desideri e decidere del proprio corpo. È sempre il corpo il campo di battaglia che viene usato per decidere il destino delle donne".

Stefano Marchetti