Con lo smartphone sempre accanto a noi, siamo ormai abituati a maneggiare con il ‘reale’ e il ‘virtuale’ in ogni ora del giorno e della notte. Dentro i chip viaggiano i nostri dati, le nostre informazioni, i luoghi che frequentiamo e le persone che incontriamo. Ma ormai i computer spiano anche i nostri pensieri e i nostri desideri. Ma come funziona l’intelligenza artificiale? Le macchine riproducono il reale o lo comprendono? Come funzionano i computer quantici? Sono alcune delle domande a cui cercherà di rispondere ’iQuanti’, la seconda stagione di Ago Modena fabbriche culturali dedicata alla realtà digitale, come ha anticipato il nuovo coordinatore del progetto, Daniele Francesconi.
Direttore, a cosa serve studiare il mondo digitale?
"Serve ad avere un’idea delle traiettorie del futuro. Nel caso di Ago serve a capire come possiamo connettere concetti, mondi, pratiche di ricerca e sperimentazione scientifica e culturale differenti. Il programma di iQuanti è un esempio concreto. Il denominatore comune di tutti gli eventi è quello di mettere in relazione alcune innovazioni e applicazioni tecnologiche con dei fenomeni culturali, degli ambiti di ricerca umanistica e artistica: le arti visive, la musica, la valorizzazione del patrimonio archivistico o il tema educativo e dell’apprendimento e del ruolo della linguistica. C’è un andirivieni tra innovazione e cultura".
Anche questa seconda stagione sarà tutta online.
"Non mi piace parlare di quello che avremmo potuto fare fuori dall’emergenza Covid-19. Abbiamo trasformato diversi appuntamenti in esemplificazioni e avrebbero dovuto essere delle vere e proprie esperienze. Questa connessione sarebbe stata probabilmente ancora più evidente e fruita come esperienza di potenzialità tecnologica, perché è quella la nostra direzione di lavoro. Per ora proponiamo una programmazione sul web, dove proponiamo delle conversazioni: mettiamo a confronto e in dialogo prospettive, discipline e saperi. Da ognuna di queste, attraverso contenuti multimediali, si potranno avere indicazioni di dove procede ciascuno di questi ambiti nel suo rapporto con la tecnologia".
A chi sono rivolti gli appuntamenti?
"Stiamo costruendo il nostro pubblico, siamo ancora in fase di avviamento. Ci immaginiamo un pubblico generale, fatto di persone specializzate ma anche a un pubblico più largo. D’altronde il fatto che lavoriamo sul crinale tra diversi saperi, su un terreno che è cross-disciplinare per natura, ci dice che il nostro obiettivo deve essere quello di connettere anche i pubblici. Deve essere plurale non solo il programma ma anche il pubblico".
Avete già qualche anticipazione per la prossima serie di appuntamenti?
"La terza tappa, a inizio giugno, sarà dedicata alla duplice appartenenza degli uomini e delle donne, tra l’offline e l’online. Ma avremo tempo di presentare il programma prossimamente".
Paolo Tomassone