Area ex Sipe, 6 milioni per la bonifica "Inquinata e dismessa da decenni"

Spilamberto, grazie ai fondi del Pnrr si sbloccano i lavori nell’ex fabbrica di esplosivi. E’ chiusa dal 1995

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Ora è ufficiale: a Spilamberto sono in arrivo oltre 6.000.000 di euro per la bonifica dell’area Sipe Nobel che, con i suoi 530.000 metri quadrati di superficie, in Emilia Romagna è il sito più esteso tra quelli che saranno risanati con i fondi del Pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza). Ieri è avvenuto il sopralluogo sul posto da parte dell’assessore regionale all’ambiente e vicepresidente della Regione, Irene Priolo, accompagnata tra gli altri dal sindaco Umberto Costantini. Priolo ha ricordato come sia stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto che assegna oltre 6 milioni di euro per la bonifica: fondi immediatamente operativi, che potranno quindi essere da subito utilizzati per avviare la progettazione delle opere di disinquinamento. In attesa di far partire gli studi necessari, l’Amministrazione comunale ha già comunque avviato le operazioni di bonifica bellica ricorrendo a risorse proprie, per circa 200.000 euro. "L’intervento sull’area Sipe Nobel – ha spiegato Priolo – rientra nel pacchetto da oltre 32,5 milioni assegnati alla nostra Regione per riqualificare 24 siti orfani, ossia aree per le quali le procedure di bonifica sono in carico alla pubblica amministrazione. È al via una grande operazione di risanamento ambientale, grazie alla quale, entro il 2026, verranno restituiti alle comunità locali e al tessuto imprenditoriale importanti spazi che potranno essere oggetto di nuovo sviluppo sostenibile e di crescita davvero circolare". "La Sipe – ha aggiunto il sindaco di Spilamberto, Umberto Costantini – era un tempo una fabbrica di esplosivi, bombe e mine navali. Insomma, era una fabbrica di morte. Il suo futuro, vogliamo che sia legato al mondo che verrà. Che qua possa esserci un luogo di pensiero, un luogo di sviluppo, un luogo che possa realizzare qualcosa legato alla transizione energetica ed ecologica. Ora è un luogo abbandonato e soprattutto davvero molto inquinato. I costi per bonificare l’area sono sempre stati inarrivabili per qualsiasi bilancio comunale. Grazie alla Regione e al Pnrr, questo non è più un sogno, ma realtà. Le risorse (mai ne sono arrivate così tante!) ci daranno finalmente la libertà di progettare insieme come comunità l’area". A conti fatti, quindi, nel giro di un triennio (visto che i fondi del Pnrr vanno rendicontati entro il 2026), potrà vedere la luce una bonifica che le comunità locali attendevano da diversi decenni, e che ha sempre rappresentato una "condicio sine qua non" per ogni futuro intervento in quest’area. L’attitudine del luogo alla fabbricazione di prodotti esplodenti, peraltro, è vecchia di secoli. Risale infatti attorno al 1510, per opera del Duca Alfonso I d’Este, la costruzione del primo nucleo dell’impianto per la produzione di polvere da sparo nell’area "Le Basse".

La struttura, dopo varie trasformazioni subite nella prima parte dell’Ottocento, nel 1901 diventa di proprietà della Società Italiana Prodotti Esplodenti Nobel, a cui lega indissolubilmente la propria denominazione. Per le esigenze legate all’industria bellica, fino alla conclusione della Seconda Guerra Mondiale, l’impianto si amplia con nuove strutture per il trattamento di pentrite, dinamite, nitrocellulosa e uno spolettificio. Si dota inoltre di un reparto per il caricamento delle mine e di una linea produttiva di dinamite e razzi antigrandine. In seguito alla conclusione dell’ultimo conflitto, negli anni Settanta termina la produzione di dinamite e si potenzia quella di nitrocellulosa. Nel 1992, con la cessione dello stabilimento alla Société Nationale des Poudres et Explosifs di Bergerac, la produzione è trasferita in Repubblica Ceca, per poi essere dismessa del tutto nel 1995.

Marco Pederzoli