Arti visive, ecco i nuovi vertici Con Pieri, Francesconi e Manni

Si è insediato ieri il secondo consiglio di amministrazione dell’ente culturale Fmav Fondazione Modena Arti Visive, con il nuovo presidente Donatella Pieri, laureata in architettura e diplomata in pianoforte, nota esperta di musica con esperienze in associazioni e conservatori di Modena e Bologna. Insieme a lei due le novità tra gli amministratori: entrano Daniele Francesconi, responsabile di Ago Modena Fabbriche Culturali e del Festivalfilosofia e la gallerista Marcella Manni, titolare di Metronom in città. Confermati invece Luigi Benedetti, direttore generale di Fondazione di Modena e il professore associato a Unimore Vittorio Iervese. Nominati inoltre Simona Manfredini come revisore dei conti effettivo e Luca Neri come supplente. Quelli del cda sono incarichi, lo ricordiamo, privi di compenso nonostante la responsabilità nell’ente che riunisce Galleria Civica, Museo della Figurina e Fondazione Fotografia. La neopresidente Pieri è numero uno dell’Istituto Superiore di Studi Musicali Vecchi Tonelli e membro del cda di Fondazione di Modena oltre che docente presso il conservatorio G.B. Martini di Bologna, di cui è stata direttrice dal 2009 al 2015. Si aggiungono al suo curriculum saggi su Brahms e sulla musica vocale francese del ‘900. In una nota Fmav ha spiegato: "Il cda ringrazia sentitamente il presidente Gino Lugli (già top manager di multinazionali come la Ferrero, ndr) per il suo impegno alla guida dell’istituzione dall’anno della sua costituzione nel 2017 fino al 2022, e i consiglieri Daniela Goldoni e Martina Bagnoli (direttrice delle Gallerie Estensi, ndr) per il prezioso lavoro svolto. Il nuovo consiglio di amministrazione accompagnerà l’istituzione nell’obiettivo primario della promozione e della divulgazione della cultura e dell’arte contemporanea. Sarà centrale nell’azione di Fmav il contributo al progetto Ago Modena Fabbriche Culturali, nel quadro del percorso che porterà alla nascita della nuova fondazione di partecipazione". Fmav, nel suo primo triennio di attività, ha avuto numerosi ’incidenti’: poca coerenza espositiva (con due direttori in tre anni, sostituiti poi da un ’trio’), una iniziale fuga di personale e l’abbandono di una delle sedi (il Mata).

Stefano Luppi