"Ascensore stretto, incubo per nostro figlio invalido"

Per la famiglia un’impresa uscire dal condominio: "La carrozzina entra a fatica. Chiediamo un nuovo alloggio Acer ma siamo tra gli ultimi in graduatoria"

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"Qualcuno ci aiuti. L’ascensore è troppo stretto e facciamo sempre più fatica a farci entrare Giacomo con la carrozzina. Non riusciamo nemmeno più a fare la doccia a nostro figlio, perché il sollevatore è ingombrante e il bagno non è spazioso. Siamo obbligati a lavarlo a letto".

In un appartamento di 72 metri quadri, al sesto ed ultimo piano di un condominio, mamma Felicia e papà Antonio chiedono solo una cosa, che Giacomo stia bene. Ma per stare bene purtroppo la casa Acer in cui ha vissuto per 14 anni non basta più. Giacomo ha 47 anni, un’invalidità al 100% e oggi pesa più di 90 chili. Felicia Lisanti ha 70 anni e a novembre ha avuto un intervento al cuore; il marito Antonio Bianculli ne ha 67 ed ha il pacemaker e una valvola da operare. "Non possiamo fare tutti questi sforzi – sostengono i genitori – Aiutateci, non abbiamo chiesto una villa ma una casa più comoda". Negli occhi di Felicia e Antonio si legge la rabbia e l’amarezza ma non c’è lettura per la rassegnazione. "Ad ottobre abbiamo fatto richiesta per una casa più spaziosa – continuano –, con un ascensore adatto per Giacomo, ma ci è stato detto di non essere risultati idonei".

La commissione che valuta le domande – composta dall’Unione, dal Comune, da Acer e dai sindacati – ha attribuito alla famiglia Bianculli zero punti, ciò vuol dire essere entrati in graduatoria ma non configurare in una condizione di ‘urgenza’. Avendo fatto richiesta di cambio alloggio per inidoneità dello stesso, la presenza nel condominio dell’ascensore è stata discriminante. Antonio ci mostra le difficoltà: "Per entrare devo smontare i pedali della sedia a rotelle e fare attenzione che, nelle numerose manovre, mio figlio non si faccia male, essendo a volte irrequieto. Per ultimo devo caricare i pedali". Poi, lo spazio (115 cm per 79 cm, con una porta larga 64cm) si riempie e il padre, ‘schiacciandosi’ contro le porte dell’ascensore quasi in punta di piedi, con tanto di affanno per la fatica fatta, riesce ad arrivare al pianterreno. Una trafila che si ripete quasi tutti giorni.

La motivazione di Acer al punteggio assegnato è che "ricevendo numerose domande, è compito della persona che ne fa richiesta cercare di convalidare con ulteriori prove le proprie motivazioni. Il regolamento è statico e per questo è importante allegare fotografie, misure dell’ascensore e mostrare le difficoltà". A quanto pare, mancando tale materiale, dato che la Commissione sembrerebbe non effettuare sopralluoghi casa per casa, i Bianculli saranno costretti ad aspettare l’anno prossimo per ripresentare la domanda. Acer però replica, soffermandosi più volte nel sottolineare che: "La signora Lisanti ha chiesto ripetutamente l’assegnazione di un appartamento al secondo piano dello stesso fabbricato, che a seguito di un finanziamento regionale è soggetto ad un’importante ristrutturazione". Ma Felicia e Antonio smentiscono: "In piena notte, chiamiamo spesso l’ambulanza. Gli operatori sono costretti a trasportare Giacomo, gradino per gradino, dal sesto piano. Qualsiasi alloggio andrà bene, vogliamo solo tutelare nostro figlio".

Ylenia Rocco