«Ascoltandola ho evitato il peggio»

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ASCOLTO ed empatia. È attraverso un dialogo –che l’ha fatta sentire protetta, al sicuro – che il negoziatore dell’arma dei carabinieri è riuscito a convincere la giovane mamma nigeriana a ‘deporre le armi’, due coltelli, con le quali minacciava di uccidere se stessa e la sua bambina. Ora mamma e figlia si trovano in una struttura protetta. Il drammatico episodio è avvenuto martedì a Montebaranzone di Prignano, piccola frazione di poche anime dove la straniera era da poco tornata dopo essere fuggita da una comunità. A far scatenare la follia l’arrivo dei servizi sociali che, con un decreto del tribunale dei minori, avrebbero dovuto prendere la bambina. La donna è stata arrestata per sequestro di persona. A convincerla ad ‘arrendersi’ dopo un dialogo di quattro ore è stato il negoziatore dei carabinieri che ha capito il motivo che aveva spinto la donna a commettere un gesto così grave – l’incertezza sul futuro della figlioletta – facendo si che la 30enne straniera si fidasse di lui. «L’ho ascoltata perchè di quello aveva bisogno. Poi l’ho rassicurata – spiega – facendole capire che ci saremmo occupati di lei e della bimba; che la loro salute ci stava a cuore». Sul posto i carabinieri del reparto operativo, insieme ai colleghi di Sassuolo e del sos, squadre addestrate antiterrorismo che hanno agito con il supporto del gis, gruppo di intervento speciale e della procura e i pompieri che hanno sfondato la porta. Un militare è stato inizialmente ferito con una coltellata al piede dalla donna ma l’intervento del negoziatore l’ha convinta a posare le armi. «Quando la donna ha compreso che stavano per portarle via la figlia si è barricata in casa con i coltelli – spiega il tenente colonnello Stefano Nencioni, Incident commander che ha coordinato l’attività. Siamo riusciti con le Sos – squadre operative di soccorso – a garantire la sicurezza: l’importante è che tutto avvenga con estrema sinergia». «Le sos nascono nel 2016 e servono a garantire un pronto intervento in tutto il territorio – spiega il capitano Fabrizio Liberati –. Abbiamo garantito un accesso sicuro al negoziatore all’interno della casa».