Asili aperti a luglio, no degli educatori: "Un peccato non poter contare su di loro"

Il Comune esprime rammarico mentre l’assessore Baracchi gestisce un altro strappo, quello con i genitori: "Noi esclusi dalle decisioni"

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di Paolo Tomassone

Abbiamo assistito per mesi alle giuste e fondate lamentele di tante famiglie costrette a tenere a casa i propri bambini a seguito della chiusura reiterata delle scuole. Giusto il tempo di tornare in classe e in città si riapre il fronte degli insegnanti che si oppongono alla proposta del Comune di prolungare le attività nella materne comunali e della Fondazione Cresciamo anche a luglio (quando il personale non è in ferie ma "a disposizione") e recuperare così il tempo ‘perso’ durante il lockdown. C’è ancora margine per un ripensamento, ma al momento l’orientamento che prevale è quello di non lavorare quest’estate.

È uno dei tanti effetti clamorosi del Covid: da un lato la richiesta incessante (anche delle associazioni scese più volte in piazza) di non lasciare i bambini in carico solo alle famiglie; dall’altro la constatazione che di quell’impegno non si vuol far carico nessuno. I tavoli di concertazione in assessorato non hanno portato frutti e gli educatori e gli insegnanti hanno detto ‘no’ al prolungamento delle attività estive. La condizione imprescindibile posta dai sindacati è la "volontarietà da parte del personale", senza poter assicurare un contingente minimo per poter organizzare il servizio. La proposta del Comune chiedeva, infatti, la disponibilità a ogni dipendente di un turno di 12 giorni lavorativi (10 in presenza con i bambini, quindi due settimane, e due per l’organizzazione) così da poter garantire tutto il mese di luglio. Nella proposta c’era anche una parte d’incentivo, ma il veto del sindacato ha fatto sì che non si sia nemmeno passati ad approfondire quell’aspetto. Se le cose non cambieranno il Comune sarà costretto a chiamare aiuti dall’esterno per poter garantire il servizio, come del resto ha già fatto lo scorso anno nel pieno della ‘Fase 2’ dell’emergenza sanitaria. "È davvero un peccato – è il rammarico dell’amministrazione – non poter contare sul lavoro dei dipendenti dei servizi educativi per garantire la continuità e il completamento dell’offerta per i bambini e le famiglie della città, soprattutto nella fase di ripresa delle attività che si spera possa avviarsi anche prima dell’estate".

In queste ore il Comune ha dovuto inoltre affrontare un nuovo strappo, questa volta consumato all’interno della segreteria del coordinamento consigli 0-6, al termine di una riunione di circa tre ore con 150 genitori: "Da mesi scaldiamo la sedia a casa nostra, questa amministrazione non ha capito il valore di intermediazione tra la scuola e i genitori che svolgevamo – spiega la presidente dimissionaria insieme al resto della segreteria, Benedetta Antognini –. L’esclusione di due bambini dal nido e dalla scuola d’infanzia per il non rispetto del patto di corresponsabilità da parte dei genitori (’no mask’, ndr) non c’entra nulla: è da mesi che il ruolo, il compito e i diritti della segreteria non vengono rispettati". Sulla vicenda ieri è intervenuta l’assessora Grazia Baracchi, che ha inviato una lettera ai genitori dei consigli di gestione, ricordando le numerose attività che in questi mesi di pandemia sono stati assicurate (18 riunioni ufficiali, altri incontri informali, per oltre 250 ore) per "garantire una continuità tra servizi educativi e famiglie". Nel progetto ModenaZerosei – ricorda Baracchi – si ribadisce come il ruolo dei genitori sia rilevante per tutto il sistema integrato: "L’obiettivo strategico è quello di sviluppare e adeguare al quadro normativo il modello ‘Gestione sociale’, con consigli di gestione in ogni servizio. In questo contesto valuteremo insieme anche l’esperienza pluriennale della segretaria del coordinamento e, se lo si riterrà opportuno, troveremo nuovi strumenti per continuare a garantire la più ampia partecipazione possibile delle famiglie".