Assemblea generale della Cgil: "Boom profitti ma salari al palo"

La proposta del sindacato: "Necessario rilanciare la contrattazione dando priorità al potere d’acquisto" "Le imprese hanno ottenuto risultati importanti ma è diminuita l’incidenza del costo del lavoro"

Assemblea generale della Cgil: "Boom profitti ma salari al palo"

Assemblea della Cgil

Modena, 28 settembre 2024 – "Le aziende modenesi in questi anni hanno realizzato grandi profitti, ma i salari e le retribuzioni non sono cresciuti altrettanto. In altre parole, tutti gli indicatori economici dimostrano una forte crescita, ma ben poco è stato redistribuito ai lavoratori che a quella crescita contribuiscono". E’ questo il messaggio che Fernando Siena responsabile contrattazione della segreteria Cgil ha esplicitato davanti agli oltre 130 componenti dell’Assemblea Generale illustrando l’analisi sulla contrattazione integrativa in 120 aziende modenesi (che operano sul nostro territorio, anche se in alcuni casi la sede legale è fuori provincia) di diversi ambiti produttivi del settore privato.

L’analisi Cgil ha preso in esame gli anni 2018-2022 (è in corso anche un’analisi sul 2023) esaminando i principali indicatori di crescita delle aziende: fatturato, ricavi e valore di produzione. Nel 2022, il fatturato è cresciuto del +33,53% rispetto al 2018 (+14,8% rispetto al 2021), i ricavi del +32,68% rispetto al 2018 (+14,18% rispetto al 2021), il valore di produzione +33,37% rispetto al 2018 (+15,48% rispetto al 2021).

"Questi e altri dati contenuti nel rapporto che consegniamo a delegati e funzionari sindacali a sostegno della contrattazione aziendale – spiega ancora Siena – dimostrano che le imprese modenesi hanno ottenuto risultati molto importanti in termini di redditività, mentre è diminuita l’incidenza del costo del lavoro, nonostante i rinnovi dei ccnl, sul fatturato e sul valore aggiunto". zE’ evidente che la ricchezza creata dalle imprese si è indirizzata molto sul capitale e poco sul lavoro", ha precisato anche il segretario della Cgil di Modena Daniele Dieci intervenuto ai lavori dell’Assemblea Generale insieme a Massimo Bussandri segretario Cgil Emilia Romagna e Francesca Re David responsabile contrattazione segreteria nazionale Cgil.

Per la Cgil occorre dunque rilanciare la contrattazione integrativa, aziendale o territoriale, per fare del salario l’elemento prioritario con cui ricomporre il mondo del lavoro.

"Nella nostra provincia – dove il 38% dei lavoratori è occupato nel settore industriale e dove sono presenti diversi tra i distretti industriali più importanti d’Italia - facciamo già tanti contratti integrativi, e ne dovremo fare ancora di più per chiedere di redistribuire la ricchezza prodotta. In questo territorio di ricchezza prodotta ce ne è tanta (lo dimostrano anche i dati sul 2023 che stiamo cominciando ad analizzare), e per questo va redistribuita – spiegano i sindacalisti Cgil – anche aprendo una rinnovata conflittualità con le imprese".

"Innanzitutto – chiosa ancora Siena – cominciamo con il dire alle imprese che non siamo più disponibili all’assorbimento degli aumenti dei contratti nazionali nei superminimi o negli ad personam spesso non contrattati collettivamente, ma erogati unilateralmente dall’azienda con una quota che oscilla tra il 20-25% sino al 35-40% per le fasce professionali alte. Altrimenti sono solo anticipi di salario e non veri aumenti". Questo è il modo per tornare a ristabilire il Ccnl come autorità salariale.

Nella contrattazione integrativa si deve poi consolidare sempre più una quota del precedente premio di risultato togliendo così alle imprese la discrezionalità nell’assegnazione del salario aggiuntivo".