Assoldati già in Tunisia, sono arrivati con i barconi della speranza

I pusher raggiungevano. Modena sapendo. di dover vendere droga. e fingendosi abbandonati

Erano diventati i ‘galoppini’ dell’organizzazione: una volta arrivata la ‘chiamata’ del cliente il loro compito era quello di consegnare le dosi, soprattutto al Novi Sad o in via Costellazioni. Centinaia di cessioni; decine ogni giorno. Era questo il compito dei minori stranieri non accompagnati, assoldati dalla rete di spacciatori tunisini per ‘sporcarsi le mani’, ovvero piazzare le dosi di cocaina e hashish in città. Parliamo di cinque tunisini arrivati in Italia tramite la rotta mediterranea, sbarcando sulle coste siciliane in stato di clandestinità, pagando il viaggio a trafficanti di uomini – circa mille euro – con un progetto già ‘scritto’ prima della partenza. Infatti, a quanto pare, i ragazzini avevano già un ‘piano’ da seguire; dettato dai leader dell’organizzazione quando ancora si trovavano nel paese d’orgine. Gli ‘ordini’ erano quelli di dichiararsi minorenni all’arrivo sulle coste siciliane per essere collocati in strutture apposite. Dopo di che il loro compito era quello di fuggire dai centri di accoglienza per raggiungere Modena e autodichiararsi nuovamente minorenni, in stato di abbandono, chiedendo quindi ospitalità. I minori tunisini risultavano infatti ospiti della comunità San Filippo Neri dalla quale si erano allontanavano senza permesso e a volte facendo ritorno solo per motivi di necessità. Molti dei minori indagati risultavano infatti già collocati in centri di prima accoglienza del territorio nazionale, da cui si erano allontanati proprio per raggiungere Modena, ultima destinazione dove qualcuno già li attendeva per inserirli nel mondo dello spaccio e divenire membri a tutti gli effetti delle bande di spacciatori ben radicate sul territorio. Infatti – come è emerso dalle indagini – molti di loro venivano coinvolti a pieno titolo nell’attività di vendita al dettaglio delle dosi ma anche in reati predatori: furti per lo più commessi in centro storico. I servizi sociali, però, da subito hanno segnalato le ‘anomalie’, ovvero i minori che improvvisamente si dedicavano alle attività di spaccio. Successivamente, attraverso l’attività della squadra mobile e grazie anche alle testimonianze dei clienti sono state accertate centinaia e centinaia di cessioni e un importante approvvigionamento, da parte degli indagati, di cocaina. L’operazione ha dato la dimensione di quanto il sistema fosse ben organizzato tanto che addosso ad uno dei principali indagati sono stati trovati ben novemila euro. Molti degli stranieri fermati sono risultati senza fissa dimora; per altri era stata avviata la procedura della sanatoria.

v. r.