Assunzioni in calo e contratti da precario

A dicembre l’occupazione nelle imprese modenesi frena. Ma servono operai specializzati, progettisti e ingegneri nel settore industriale

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Il Sistema Informativo Excelsior, promosso da Unioncamere in collaborazione con l’Agenzia nazionale per le Politiche Attive del Lavoro e le Camere di Commercio italiane, ha pubblicato il bollettino previsionale relativo al mese di dicembre 2019, che comunica le entrate programmate dalle imprese. Il rallentamento delle economie europee ed italiana si riflette anche sull’andamento delle assunzioni previste: infatti, per il terzo mese consecutivo, è in diminuzione l’andamento congiunturale delle previsioni occupazionali delle imprese modenesi. Nel mese di dicembre 2019 si prevedono 3.710 assunzioni con un calo del 23% rispetto al mese di novembre. Anche il numero di imprese che desidera assumere scende proporzionalmente (-17,6%). L’andamento tendenziale ricalca il trend negativo, con un calo pari al 13,1% rispetto a dicembre 2018. La variazione tendenziale per Modena del trimestre dicembre 2019 – febbraio 2020 mostra una diminuzione del 9,9%, con entrate totali pari a 16.430, di cui la maggior parte avverranno nel mese di gennaio 2020 (7.900 ingressi). Le quote di assunzioni per tipo di contratto vedono la maggior parte di ingressi a tempo determinato (46%), seguiti da quelli a tempo indeterminato (23%) e dall’apprendistato (17%). I contratti di somministrazione diminuiscono la loro quota (7%), mentre gli altri contratti non dipendenti (7%) sono in leggero aumento. Gli ingressi per settori economici vedono al primo posto sempre l’industria, che con 1.210 entrate raggiunge il 32,5% del totale, seguita a distanza dai servizi alle imprese (21,9%) e dal turismo (11,6%). Sono meno i servizi alle persone (10,2%) e gli ingressi nelle costruzioni (9,7%). Le imprese fino a 50 dipendenti costituiscono sempre la fascia dimensionale che assume in misura maggiore (60,6%). La maggioranza degli ingressi riguarda gli addetti nelle attività commerciali e nei servizi (22,9%), seguiti a ruota dagli operai specializzati (22,3%), seguono le professioni tecniche (14%) e i conduttori di impianti e macchinari (12,9%). Infine, un quinto dei nuovi assunti (20,1%) andrà a ricoprire professioni in cui sono richieste high skills, come le professioni intellettuali e le professioni tecniche. Il titolo di studio più richiesto rimane il diploma (38%) seguito dalla qualifica professionale (35%) e dalla scuola dell’obbligo (15%). I laureati arrivano al 12% del totale. Le figure professionali di più difficile reperimento sono quasi tutte legate all’industria: operai specializzati nel tessile (71,0%), progettisti e ingegneri (68,5%), professioni non qualificate nell’industria (66,0%) e nelle scienze informatiche (65,6%).