
A Finale il ricordo di don Govoni, morto 25 anni fa travolto dall’inchiesta sui ’Diavoli’ della Bassa. Omelia dedicata all’amore
Sono trascorsi 25 anni da quel pomeriggio di maggio in cui don Giorgio Govoni morì all’improvviso, colpito da un infarto nello studio del suo avvocato a Modena. "Venticinque anni sono passati...", si è commosso monsignor Lino Pizzi, vescovo emerito di Forlì e amico personale del sacerdote, nella Messa per l’anniversario in Duomo a Finale. Proprio a Finale don Giorgio aveva celebrato la sua prima Messa, e a Massa Finalese è stato per anni cappellano e collaboratore del parroco don Volpi: un sacerdote dinamico e benvoluto da tutti, eppure finito nella tempesta giudiziaria dell’inchiesta sui ‘diavoli della Bassa’. "Lo accusarono ingiustamente di ogni nefandezza, quando lui era soltanto un uomo pronto ad aiutare tutti, nello spirito del Vangelo", è stato ribadito più volte, in questi anni: le accuse sono state troppo forti per il cuore di don Giorgio che non ha retto.
Monsignor Pizzi, sanfeliciano, era stato in seminario con don Govoni: "Siamo diventati preti nello stesso anno e poi sacerdoti qui nella Bassa: ricordo benissimo i suoi anni a Massa, quindi il suo ministero a Staggia e a San Biagio, la sua dedizione, la sua attività in parrocchia, la sua attenzione per le persone più in difficoltà", ha detto durante l’omelia della Messa in Duomo a Finale. Richiamando il Vangelo della quinta domenica di Pasqua, "Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri", monsignor Pizzi ha sottolineato come don Giorgio sapesse mettere in pratica queste parole di Gesù ogni giorno. E ha letto una testimonianza di come il sacerdote abbia affrontato tutto il male che gli venne scaricato addosso: "Aveva una sola preoccupazione, quella di poter perdonare le persone che di fatto lo stavano martirizzando".
Di don Giorgio come "martire della carità e vittima della giustizia umana" parlò anche monsignor Ettore Rovatti, parroco di Finale, scomparso nel 2015, che pubblicò un libro documentatissimo, smontando pezzo per pezzo le accuse contro il sacerdote: quel volume venne ritirato dal commercio "ma Papa Francesco, in udienza, ci chiese di ripubblicarlo", ha rivelato Antonella Diegoli al termine della cerimonia. Dal libro di don Ettore ha preso spunto anche Pablo Trincia per il suo reportage "Veleno" che ha riacceso i riflettori su questa triste vicenda della Bassa: lo cita anche Davide Tonelli Galliera, il "bambino zero", nel suo libro verità pubblicato da pochi giorni.
Stefano Marchetti