Augusto Righi e Montese, un legame profondo

Corre il centenario della morte dello scienziato bolognese che in Appennino ospitò personaggi del calibro di Carducci e Respighi

Una rara fotografia che ritrae Augusto Righi a Montese insieme alle due figlie

Una rara fotografia che ritrae Augusto Righi a Montese insieme alle due figlie

Augusto Righi, lo scienziato bolognese, e Montese. Un forte legame che ci riporta agli ultimi anni della fine dell’Ottocento. Un legame che è ritornato in primo piano ora, in occasione delle celebrazioni per il centenario della morte dell’insigne accademico, anche durante l’incontro che si è svolto nella sede storica del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università degli studi di Bologna. Ora è uscito anche un libro, ‘Catturare l’invisibile, anticipare il futuro’, pubblicato da Morellini Editore, firmato dalla pronipote Liana Righi e Federico Spinozzi, con i contributi di Giorgio Dragoni, Emilio Follo, Carmen Nardella, a cura di Laura Fabbri, che ripercorre la vita dello scienziato in un aspetto familiare e poco conosciuto. Una parte è dedicata al suo soggiorno a Montese e alla passione per la fotografia. Righi è annoverato fra i precursori del turismo di questo comune, del quale fu anche amministratore comunale, assieme ai suoi colleghi dell’ateneo bolognese, Salvatore Pincherle, direttore dell’Istituto Matematico, Fausto Morini, direttore dell’Istituto Botanico, che lo avevano preceduto alcuni anni prima, acquistando quassù la casa. Righi salì a Montese la prima volta nel 1898 e vi trascorse le vacanze estive tutti gli anni fino alla sua morte avvenuta il 17 giugno 1920, all’età di 70 anni. Nel 1899, per 6mila lire, da Raimondo Bellisi, acquistò il podere Ca’ de’ Flandi, che si trova sulla Via Principale del paese a lui dedicata e fece ristrutturare la casa colonica dal capomastro Amadio Adani, su progetto del tecnico comunale Carlo Mazzetti, che inaugurò nell’estate del 1900. "Montese – si legge nel libro – rappresentava per Augusto una meta importante della sua vita: era il luogo del riposo, del riordinare le idee, rigenerante e ideale per scaricare le tensioni accumulate in città. Proprio per rendere omaggio a quel paese che così caldamente lo aveva accolto, divenne di fatto un vero e proprio montesino". Villa Righi diventò un salotto d’incontri estivi dei suoi amici della libreria Zanichelli di Bologna, "fra i quali non mancava mai il sommo poeta Giosuè Carducci, che volentieri si inerpicava sulle vie montane per raggiungere l’amico Augusto e dedicarsi alla sua passione: il gioco delle carte. Anche Ottorino Respighi, compagno di scuola della figlia Adele, frequentava Villa Righi". Era un appassionato di fotografia Augusto Righi e con la sua biottica immortalò la Montese dei primi due decenni del ‘900, molte delle quali diventarono cartoline ricercate oggi dai collezionisti. La camera oscura l’aveva ricavata in un fabbricato adiacente alla villa. "Per lui la fotografia era soprattutto studio e innovazione".

Walter Bellisi