
Un momento del convegno sull’Automotive che si è tenuto in sala Ascom
Grande partecipazione ieri mattina presso una Sala Ascom gremita, dove si è svolto l’evento “Il futuro dell’automotive: un patrimonio da difendere tra ideologia green e sfide di mercato”, organizzato dal gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR) e da Fratelli d’Italia.
Al centro del dibattito, le conseguenze delle scelte europee in materia di mobilità e l’impatto devastante che l’imposizione forzata dell’auto elettrica come unica soluzione potrebbe avere sul settore automobilistico italiano. Una decisione calata dall’alto da Bruxelles che ignora completamente la realtà produttiva e occupazionale del nostro Paese. Hanno preso parte al convegno l’onorevole Stefano Cavedagna, parlamentare europeo ECR-FDI, il senatore Michele Barcaiuolo, coordinatore regionale FDI, l’onorevole avvocato Vincenzo Gibiino, presidente Ferrari Club Italia, l’ingegnere Ettore Pirisi, coordinatore Commissione Sicurezza della Federazione Motociclistica Italiana e, in collegamento, il dottor Marco Stella, vicepresidente ANFIA.
Presenti nella folta platea anche l’onorevole Daniela Dondi e i consiglieri regionali modenesi Ferdinando Pulitanò e Annalisa Arletti. L’On. Stefano Cavedagna, europarlamentare del gruppo ECR-FDI, ha puntato il dito contro l’approccio dell’Unione Europea: "Stiamo assistendo a un’imposizione ideologica che non tiene conto delle specificità dei singoli Paesi e delle reali esigenze del mercato. L’Unione Europea ha scelto la strada del proibizionismo anziché dell’innovazione, decretando di fatto la condanna dell’industria automobilistica italiana. Vietare i motori endotermici dal 2035 significa mettere in ginocchio aziende, fornitori e migliaia di lavoratori". Il Sen. Michele Barcaiuolo, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, ha sottolineato le criticità di questa transizione: "L’Italia è uno dei Paesi con il più alto numero di lavoratori impiegati nel settore automotive, eppure Bruxelles sta decidendo senza valutare le conseguenze".