Modena, ancora un autobus incendiato in via Emilia. Passeggeri salvi

Mezzo in fiamme in via Emilia Est: è il quinto. Tanta paura. Bufera su Seta

I vigili del fuoco sono intervenuti subito per spegnere il rogo (Fotofiocchi)

I vigili del fuoco sono intervenuti subito per spegnere il rogo (Fotofiocchi)

Modena, 25 maggio 2018 - E’ successo di nuovo. Un altro, l’ennesimo autobus Seta ha rischiato di essere distrutto dalle fiamme. Ieri sera poco dopo le 19.30, mentre stava percorrendo via Emilia Est, è infatti improvvisamente iniziato a uscire dal vano motore un odore acre. I cinque passeggeri a bordo sono subito stati fatti scendere per evitare rischi. E sul posto sono stati chiamati i vigili del fuoco, intervenuti con tempestività per evitare che il mezzo andasse distrutto. Come è già successo troppe volte in questi mesi. E proprio i roghi hanno scatenato le ire della politica sul presidente uscente Vanni Bulgarelli. Il Movimento 5 Stelle, Lega e Forza Italia hanno infatti messo nel mirino il presidente Seta per la (discussa) gestione dell’azienda di trasporti.

«Il tpl, obiettivo prioritario nelle parole della maggioranza che governa Comune e Regione si è rivelato nella pratica un settore trascurato e carente – attacca Giulia Gibertoni (M5s) –. Ma era tutto evidente già due anni fa quando chiesi la convocazione di Bulgarelli in Commissione Trasporti regionale, già allora in seguito a una notizia di incendio su un autobus». Manutenzione, sicurezza dei lavoratori e dei passeggeri invece «sono ancora una emergenza. E allora perché queste criticità non sono state ammesse prima da dirigenti e maggioranza, assieme al gravissimo trattamento sfavorevole riservato a Modena rispetto a Reggio e a Piacenza? Perché nessuno ha difeso i diritti dei modenesi? Due anni fa ho chiesto una Commissione Mezzi, un istituto paritario tra azienda e lavoratori che affrontasse le questioni tecniche e trovasse la soluzione migliore: anche lì nessuna risposta concreta. Eppure esiste già in altre realtà come a Bologna, ma a Modena no. Sono strumenti di grande efficacia e di piccola spesa, costano solo un po’ di umiltà e buon senso da parte di chi dirige».

«Bulgarelli parla come se Seta non fosse l’azienda di cui è presidente», rincara la dose Stefano Bargi (Lega). E punta il dito contro «il combinato disposto di una partecipata pubblica, monopolista di un servizio necessario e con i vertici scelti per nomina politica: un disastro. Così non si può andare avanti». Punta il dito contro: «Se Seta deve continuare ad essere un poltronificio che prende semplicemente atto dello sfacelo quando è già in atto, senza rispondere in nessun modo delle cattive scelte e delle incapacità di gestire la situazione, è meglio che il trasporto pubblico finisca a gara e diventi un servizio gestito da realtà private, che perlomeno, siano davvero chiamate a rispondere delle scelte. A quanto pare è questo uno dei più grandi timori del Pd, che pur di non trovarsi depauperato di posti di potere da dare agli amici starebbe valutando di riportare l’azienda in house».

Molto duro anche l’intervento di Andrea Galli (FI): «Bulgarelli non sa che voto darsi? Glielo diamo noi insieme a tutti i cittadini ed è una insufficienza gravissima. Seta chiude il bilancio in positivo solo grazie a metodi da padroni delle ferriere dell’800. La gestione Badalotti-Bulgarelli-Muzzarelli si è contraddistinta per tre criteri: aumento delle tariffe, risparmio indecente sulla manutenzione dei mezzi e sfruttamento del personale. Forse in tal modo i conti possono quadrare, ma la sicurezza è pesantemente inficiata».