Baby bulle Modena, nuove spedizioni punitive

Spunta un altro video che mostra delle adolescenti picchiare una coetanea, filmate dalla ’mandante’

Ragazza bullizzata

Ragazza bullizzata

Modena, 27 aprile 2022 - «Devi darle i pugni perché non capisce con gli schiaffi – afferma incitando l’amica. – Se lo faccio è perchè continui a ‘rompere’ con le foto sulle ‘storie’, a mandare le frecciatine. La prima volta non ti ho voluto fare niente… ma tu continui". E’ arrivata a scuola con il volto ricoperto dai graffi ma non è l’unica: le Daisane – così si fanno chiamare – sono praticamente ‘intoccabili’ in città. Tutte le adolescenti delle scuole superiori di Modena le temono e, soprattutto, quando ne parlano fanno riferimento ad atteggiamenti non dissimili da quelli ‘mafiosi’: se pesti loro i piedi, in sostanza, te la fanno pagare. Di cosa stiamo parlando?

In città da troppo tempo ormai si fa riferimento alla famigerata baby gang, i cosiddetti Daisan, finita nel mirino della squadra mobile dopo numerose rapine e minacce ai danni soprattutto di minorenni.

Ma ora emerge molto di più: la gang, composta da una quarantina di ragazzini tra i 14 e i 17 anni è in realtà divisa in tre sottogruppi, due dei quali composti da ragazze. A capo di uno di questi gruppi vi è una studentessa minorenne magrebina che, come nel caso del violento video diffuso suoi social a inizio aprile, tende a ‘non sporcarsi le mani’.

La giovane è colei infatti che organizza spedizioni punitive, assoldando altre amiche minorenni per pestare a sangue chi, a suo dire, si merita di essere picchiato. La stessa filma le ‘azioni criminali’ che solitamente avvengono prima dell’inizio delle lezioni per poi postarle sui social. La piccola boss, infatti, invita la vittima di turno nei bagni del Novi Sad per poi farla picchiare dalle complici, assoldate per l’occasione.

Prima del video che è circolato in rete a inizio mese, appunto e subito acquisito dagli uomini della squadra mobile per individuare le responsabili, ne sono stati girati altri durante la spedizione punitiva, che ben fanno comprendere la grave situazione. La ‘boss’, ovvero la mandante filma il pestaggio mentre le amiche tirano per i capelli e prendono a calci e pugni la vittima rea, a quanto si apprende, di aver pubblicato sui social commenti sgraditi. Prima una poi l’altra la buttano a terra e la riempiono di botte mentre la terza annuncia: via al secondo round. «Se non la smetti in questo esatto momento – la avverte una delle due tenendola a terra – vedi che succede. E’ inutile che mi dai i pizzicotti: o smetti o la prossima volta di ammazzo, ti faccio letteralmente fuori. Attenta che ti sanguina l’orecchio – le dice poi alzandosi e invitando il gruppo ad andare a scuola". Alla vittima in questione viene poi ‘comunicato’ che in realtà le è stato fatto un favore dal momento che avrebbero potuto farla picchiare da altre studentesse "non così piccoline come credi".

A spiegare come sia meglio ‘tenersele amiche’ perché pericolose è un’altra studentessa ‘vicina’ alla gang. "Più le notizie su di loro escono e più si esaltano. Sanno di essere state denunciate ma a loro non interessa. Fanno parte di due sottogruppi dei Daisan – spiega ancora – ma anche tra loro non vanno d’accordo. Si mandano frecciatine a vicenda – racconta l’adolescente – e litigano spesso per ragazzi contesi, sfogando la loro rabbia con risse a volte anche tra loro. Si divertono a rubare nei negozi e sanno che le ragazze le temono". A quanto pare qualcuno nel gruppo dei maschi è invece entrato con ‘la forza’ nella gang, per evitare di diventare vittima. "I maschi sono quasi tutti filippini, gli altri nordafricani e girano soprattutto al Novi Park e alla Manifattura Tabacchi – spiega infine la ragazzina – il problema è che niente o nessuno può cambiarle, non hanno paura di niente". Come detto sulla situazione è in corso una serrata indagine da parte della squadra mobile che pare aver già chiuso il cerchio attorno alle ‘baby bulle’.