Baby gang identificate "Sono ragazzi frustrati"

Sarebbe ormai agli sgoccioli l’inchiesta sui recenti vandalismi e rapine. Le bande sono monitorate dagli inquirenti, il sindaco: "Educazione e severità"

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Potrebbero esserci presto novità all’orizzonte circa il fenomeno delle bande giovanili che ormai da mesi imperversano in città, soprattutto in centro storico, con vandalismi e aggressioni anche a scopo di rapina. L’ultima tre giorni fa ai Giardini ducali. Le chiamano baby gang, ma di baby hanno poco. Si tratta in realtà di giovani criminali, maschi e femmine che, esaltati dal palcoscenico dei social network, si lasciano andare a comportamenti violenti sia nei confronti di coetanei sia di adulti, da pubblicare poi su internet. Ed è spesso la rete a incastrarli e a permettere di identificarli.

"Ci sono indagini profonde in corso – ha detto ieri mattina sul fenomeno il sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli, a margine di un incontro – che devono avere il loro corso, ma credo ci siano tutte le condizioni per dire ai modenesi che le forze dell’ordine stanno monitorando la situazione, per tenerla sotto controllo e garantire quella sicurezza che per noi è fondamentale". Il sindaco, insomma, lascia intendere che le forze dell’ordine, con il coordinamento della prefettura e della Procura, sono a buon punto nell’identificazione di alcuni ragazzi che nei mesi scorsi hanno messo a segno varie scorribande in centro. Parliamo di danni a negozi e locali di piazza Roma e dintorni, ma anche di pestaggi tra coetanei sia in starda sia nel parcheggio del Novi Sad, diventato arena della gang che su internet si fa chiamare Daisan. Ma chi sono questi ragazzi? "Sono giovani stranieri e italiani e che dopo due anni di Covid e per altri mille motivi – conclude Muzzarelli – si trovano a sfogare in modo improprio le loro frustrazioni, quindi dobbiamo aumentare sia l’educazione ma anche la severità perchè poi alla fine tutto conta".

Proprio per fronteggiare il fenomeno dei conflitti e del disagio giovanile, emerso prepotentemente dopo la pandemia, prima dell’estate è stato avviato un lavoro intersettoriale denominato ’Giovani al Centro’ che vede insieme Polizia locale, Politiche giovanili, Ufficio Legalità e sicurezze.

Un approccio, come detto, educativo a fianco del quale deve però svilupparsi anche un’attività repressiva, come ha sottolineato il primo cittadino. A quanto pare, dunque, le indagi circa i recenti episodi di violenza giovanile sarebbero agli sgoccioli e presto i responsabili di aggressioni e vandalismi potrebbero essere chiamati a rispondere delle loro azioni.

Valentina Beltrame