"Il bacino idrico di Altolà? Il più grande fallimento politico nella storia recente di San Cesario". Così Mirco Zanoli, consigliere di opposizione di Rinascita Locale, ha commentato ieri quest’opera. La ragione è la bocciatura della richiesta di un finanziamento da 4,5 milioni di euro di fondi Pnrr fatta dal Consorzio di bonifica Burana, per sistemare appunto questo bacino idrico. E Zanoli continua: "E’ un’opera già costata complessivamente 5,7 milioni di euro di soldi pubblici. Secondo me si prefigura il danno erariale e mi auguro che la Procura voglia approfondire. Ad ogni modo, quest’opera va assolutamente negata all’utilizzo per il futuro mega frantoio e restituita ai legittimi proprietari, cioè i cittadini". La consigliera di opposizione Nuovo San Cesario, Sabina Piccinini, rincara la dose: "Quest’opera – ha detto – è stata collaudata nel 2011 dai tecnici dell’amministrazione comunale, ma non è mai entrata in funzione. Avrebbe dovuto servire 170 aziende agricole in 26 kmq, invece le tubature stanno marcendo". Piccinini ha poi suggerito di destinare il bacino a una zona per sport acquatici. Dall’altra parte, il sindaco Francesco Zuffi non perde però le speranze di accedere a finanziamenti. "Il progetto del bacino irriguo predisposto dal Consorzio Burana – spiega – è ancora candidato a un bando ministeriale e stiamo valutando altre opportunità di finanziamento in Regione. Bisogna almeno aspettare anche questi esiti. Sapevamo che le risorse del Pnrr potevano non arrivare, ma questo al momento non cambia la nostra visione: vogliamo mettere questa opera al servizio della sfida ambientale che stiamo vivendo e continueremo a provarci. Curiosa la proposta di Piccinini e Zanoli: da opera di valore ambientale a laghetto per la pesca sportiva, con buona pace della siccità e della tutela delle falde". m.ped.