Bacio gay, parla l’autrice "Un caos inaspettato Spero aiuti gli omosessuali ad avere libertà e diritti"

La 19enne Chiara Vaccari: "Perché si tratta di uno scatto antimafia?. A Palermo ci hanno detto che la criminalità si batte anche coi piccoli gesti". .

Bacio gay, parla l’autrice  "Un caos inaspettato  Spero aiuti gli omosessuali  ad avere libertà e diritti"

Bacio gay, parla l’autrice "Un caos inaspettato Spero aiuti gli omosessuali ad avere libertà e diritti"

di Davide Miserendino

"Tutto questo caos? No, non me l’aspettavo". Chiara Vaccari risponde al telefono con la voce sottile di una 19enne (li compirà tra poco), ma non ha paura di dire la sua. Anzi, ci tiene a far sapere come sono andate le cose dopo il ’clic’ con cui ha immortalato una coppia di ragazzi scambiarsi un bacio, nell’ambito di un’iniziativa legata alla lotta alla mafia. La sua foto è diventata un caso nazionale: sembra, infatti, che la preside dell’istituto Fermi – la scuola che Chiara frequenta e che ha indetto il concorso in questione – abbia in un primo momento provato a censurarla, accusando addirittura – stando al racconto di alcuni docenti – l’insegnante che aveva selezionato lo scatto di aver agito ’in modo mafioso’. Parole che hanno fatto arrabbiare gli studenti, i docenti e anche alcuni parlamentari del Pd, che hanno interrogato niente meno che il ministro all’Istruzione Giuseppe Valditara.

Chiara, si aspettava un putiferio simile?

"No, non me lo aspettavo. Spero però che tutto ciò contribuisca a cambiare le cose in questo paese. Spero che la libertà per le persone omosessuali aumenti".

Noi adulti, in genere, sosteniamo che i ragazzi della sua età siano molto più maturi di noi quando si parla di libertà e diritti civili. Lei che ne pensa?

"Per molte persone della mia età una foto come quella che ho scattato non rappresenta niente di strano. Non vale per tutti, però: i due ragazzi, per esempio, hanno chiesto di essere ’oscurati’ perché non volevano problemi. Anche a 19 anni, purtroppo, capita di essere aggrediti perché si è omosessuali".

Come è nato quello scatto?

"La foto è stata fatta per caso, non è stata preparata. Era una specie di gioco, una cosa fatta con leggerezza. Eravamo in gita a Palermo".

E a scuola cos’è accaduto?

"Ho visto che tra le categorie del concorso indetto dalla scuola c’era anche ’libertà’, e ho pensato che per me quella foto rappresentava proprio la libertà. Quindi l’ho candidata. Poi ho iniziato un periodo di stage, sono stati i miei compagni a dirmi che avevo vinto. Mi ha fatto molto piacere".

Poi?

"Poi mi è stato detto, sempre dai miei compagni, che si era sparsa la voce che la preside volesse censurare la fotografia. Voce confermata dai professori, anche se la dirigente, con i rappresentanti d’istituto, ha smentito tutto".

Perché quello scatto ha a che fare con la mafia? Qual è il collegamento?

"E’ spiegato molto bene dalla frase di Roberto Saviano che le professoresse hanno scelto per accompagnare la foto. Quando siamo andati in gita a Palermo, alcune associazioni che abbiamo incontrato ci hanno detto che la mafia si sconfigge con piccoli gesti che cambiano le consuetudini, non servono cose eclatanti. Ecco spiegato il senso di questa foto".

Nella foto che la ritrae con il sindaco di Castelnuovo Massimo Paradisi (il Comune di Chiara ha scelto di esporre la foto nella biblioteca comunale, ndr) indossa fiera la maglietta di Libera. E’ un tema che le sta molto a cuore quello della lotta alla mafia?

"Sì, lo sento molto. Sono contenta che la foto sia esposta in biblioteca, così tante altre persone scopriranno questa storia".

Cosa sogna per il suo futuro?

"Ancora non so, mi piacerebbe lavorare nel campo dell’energia rinnovabile, magari aprendo qualcosa di mio".