"Badanti in nero e zero contributi" Scoperta una finta cooperativa

Operazione della polizia locale: vittime del raggiro quaranta assistenti straniere e un centinaio di famiglie . Migliaia di euro evasi. Il comandante della Municipale: "Indagine partita dalle segnalazioni dei cittadini"

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di Emanuela Zanasi

Uno dei dettagli che ha destato sospetti soprattutto tra gli operatori del settore è stata la formula con la quale il servizio veniva pubblicizzato online, ‘coperativa’ con una ‘o’ sola. Una ‘stranezza’ che, unita a segnalazioni da parte di alcune famiglie, ha fatto scattare le indagini della polizia Locale.

Gli agenti nel nucleo anti evasione e tributi locali del comando di via Galilei hanno scoperto un’associazione non riconosciuta che forniva badanti a prezzi competitivi gestita da una 55enne campana residente a Bologna; una quarantina le donne che venivano fatte lavorare completamente in nero. Le indagini hanno fatto emergere il raggiro. Non solo nei confronti dello Stato per evasione fiscale e contributiva, ma anche nei confronti di un centinaio di famiglie modenesi che avevano affidato fiduciosi alla falsa cooperativa i loro cari.

Gli agenti hanno scoperto che l’attività non era registrata in alcun albo ufficiale. Non solo, sul sito venivano pubblicizzati servizi specialistici, medici e infermieristici senza però il personale qualificato.

Ad attirare l’attenzione inoltre era un tariffario per le prestazioni inferiore al minimo previsto dal contratto nazionale di categoria. Nell’indagine si è scoperto che sui guadagni per 132 mila euro fatturato nel secondo semestre del 2021 non era stata presentata la dichiarazione dei redditi e non era stata versata l’iva per 6.500 euro mentre 74 fatture elettroniche emesse quest’anno sono ora al vaglio dell’Agenzia delle Entrate.

Ma non solo, le badanti inviate alle famiglie a cui veniva chiesto un anticipo trimestrale per il servizio, non erano in regola, nessun contributo versato dall’azienda, dunque. Alcune di loro non venivano nemmeno pagate mentre in alcuni casi non venivano addirittura erogate le prestazioni alle famiglie. "Le famiglie convinte di essersi affidate ad una cooperativa che garantiva i requisiti e la sicurezza si sono trovare loro malgrado in una truffa a tutti gli effetti – ha commentato Annalisa Giunti (nella foto), comandante vicaria della polizia locale – e sono state ingannate anche le badanti che in buona fede hanno prestato il loro servizio. La nostra indagine è nata proprio da segnalazioni di alcuni cittadini che avevano espresso preoccupazioni e attenzione soprattutto sulla forma di comunicazione online". Ora la finta cooperativa ha chiuso la sede di Modena e si è spostata in un’altra provincia, ma sicuramente la sua attività non sfuggirà agli inquirenti.

Nelle prossime settimane l’Agenzia delle entrate, a cui la Polizia locale ha inviato i documenti, accerterà la condotta evasiva dell’associazione. Eventuali risvolti penali potranno essere definiti dall’Inps in base alla portata dell’evasione. L’Ispettorato del lavoro approfondirà, invece, gli aspetti conseguenti alla situazione contrattuale delle badanti.