Balsamico Igp, guerra in aula sul disciplinare

L’inchiesta su una presunta frode arriva a sentenza: acetifici assolti, 11 condanne per la miscelazione avvenuta fuori provincia

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di Valentina Reggiani

Secondo le accuse avevano violato il disciplinare che protegge il nostro ’oro nero’, ovvero l’aceto Balsamico di Modena Igp. L’accusa, infatti, era quella di aver utilizzato per la realizzazione dell’aceto mosto già miscelato al di fuori dei confini modenesi, mentre il disciplinare di produzione prevede che la miscelazione avvenga all’interno della provincia di Modena. Ieri, per gli 11 indagati sono arrivate le condanne mentre tutti gli acetifici, quasi tutti situati nella nostra provincia, sono stati assolti. Caduta però per gli indagati l’accusa più grave, quella di frode in commercio mentre tutti gli operativi delle aziende e i fornitori sono stati condannati con pene tra i tre mesi e un anno per aver appunto utilizzato una miscela fuori dai confini modenesi, ovvero a Ravenna.

Anche il reato contestato alle acetaie era proprio quello di vendita di prodotti con indicazioni geografiche non corrette con riferimento al luogo di miscelazione del prodotto appunto, ma gli acetifici sono stati assolti dalla responsabilità amministrativa. I fatti contestati risalgono al 2016 quando gli acetifici in questione finirono nel mirino delle fiamme gialle di Ravenna e dell’Ispettorato centrale per la tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqfr).

Assolto da tutti i reati contestati per non aver commesso il fatto uno dei principali indagati, Camillo Cremonini, presidente dell’acetaia Cremonini di Vignola e, di conseguenza, la stessa acetaia. "Esprimo soddisfazione per l’assoluzione piena dell’acetificio Cremonini e del suo presidente Camillo Cremonini – afferma il legale dell’uomo, l’avvocato Luca Pastorelli – Cosi come per l’assoluzione di tutti gli operativi dell’azienda per la frode in commercio. Riserviamo l’impugnazione che certamente verrà fatta per la contestazione del reato all’articolo 517 quater (contraffazione di indicazioni geografiche) perchè a nostro parere è parimenti insussistente, precisando sin d’ora come la fattispecie contestata riguardi esclusivamente l’ipotesi di miscelazione di due ingredienti dell’aceto balsamico di Modena al di fuori dei confini modenesi. Si tratta di un profilo formale di apparente difformità dal disciplinare di produzione che non incide minimamente sul piano qualitativo, sulla bontà o sulla salubrità del prodotto e su tutte le sue caratteristiche". Tra gli imputati al processo anche quattro faentini. Insieme a loro risultava indagato anche un autotrasportatore che per l’accusa avrebbe aiutato i titolari a eludere le indagini.

La produzione dell’Aceto Balsamico di Modena Igp prevede che la miscelazione di mosto cotto concentrato e aceto di vino avvenga esclusivamente entro i confini del Modenese. Se le materie prime, a differenza del Dop, possono provenire da vitigni riconosciuti, ma anche al di fuori dei territori della provincia, la miscelazione delle stesse e tutte le fasi successive di produzione (l’affinamento e l’invecchiamento) devono obbligatoriamente avvenire qui. Al contrario, ritiene la procura, nel 2016 questo passaggio centrale non sarebbe stato rispettato dagli acetifici modenesi.

"Tutti gli acetifici sono stati assolti e l’unica contestazione per gli imputati riguarda una derubricazione, sussistenza di un reato che il giudice dice essere stato contestato in fatto – afferma l’avvocato Luca Brezigar – e che non era in gioco. Sicuramente faremo appello anche perchè su questo aspetto che non ci era stato contestato non ci siamo potuti neppure difendere. Tutte le accuse di frode sono invece cadute".