
Il ceo Stefani: "Abbiamo già fatto concerti e rappresentazioni teatrali. Questa volta abbiamo voluto mettere in primo piano la beneficienza".
Unire l’alta cucina alla beneficenza, raccontare il territorio attraverso il gusto e sostenere chi ha bisogno: è con questo spirito che nasce ’Balsamico tra le stelle’, l’evento ideato dalla storica azienda modenese Acetaia Giusti in collaborazione con ItaliaSquisita, il network dell’alta ristorazione che si terrà domani sera. Tra chef stellati, giovani promesse e un progetto benefico d’impatto, l’iniziativa incarna lo spirito di un’azienda che guarda al futuro con radici ben piantate nella propria terra.
Claudio Stefani, Ceo di Acetaia Giusti, com’è nata l’idea e cosa rappresenta per voi?
"Noi troviamo che la nostra acetaia, con il museo che abbiamo costruito, sia un luogo adatto a ospitare eventi che vadano oltre il Balsamico, occasioni di scambio culturale. Abbiamo già fatto concerti, rappresentazioni teatrali, eventi a invito. Ma questa volta abbiamo voluto fare un passo in più: aprirci al pubblico, senza però trasformare questa occasione in guadagno. Per questo abbiamo collegato l’iniziativa alla beneficenza: il biglietto d’ingresso andrà a sostenere un progetto solidale, mentre l’organizzazione resta tutta a nostro carico".
Avete scelto di sostenere l’associazione ’Amici per la Vita’, perché?
"Ci è sembrata una realtà molto trasversale e aperta, capace di parlare a un pubblico ampio. Sosteniamo anche altre associazioni, ma questa ci ha convinti per la sua ampiezza e per l’approccio non giudicante. Sono partiti da esperienze personali, da genitori con figli affetti da disabilità, e hanno costruito qualcosa di bello e significativo".
Sosterrete il progetto ’Casa Giuli’, giusto?
"Esatto. Aiuteremo con la realizzazione di un hospice per la vita a Fiorano: una struttura pensata per completare la rete territoriale di assistenza domiciliare". L’evento coinvolgerà anche studenti delle scuole alberghierei. Quanto conta per voi la formazione dei giovani? "Tantissimo. Collaboriamo con Università del cibo, scuole alberghiere in tutta Italia, progetti come i Giovani Ristoratori d’Europa. Crediamo molto nella trasmissione del sapere: vogliamo che chi visita la nostra acetaia, che sia uno chef, uno studente o un bambino delle elementari, se ne vada con un ricordo forte, che magari lo riporterà da noi anche a distanza di anni".
’Balsamico tra le stelle’ rientra nelle celebrazioni dei vostri 420 anni. Cosa significa per voi un traguardo così?
"Sentiamo una grande responsabilità: custodire un’eredità lunga quattro secoli non è solo una questione commerciale. Vogliamo valorizzare il nostro prodotto come oggetto culturale, motivo di incontro, stimolo per approfondire la storia e la tradizione modenese. Non a caso l’evento del 7 luglio sarà ospitato nella nostra acetaia-museo, un luogo aperto al pubblico tutti i giorni".
Oggi Giusti è una realtà moderna: quanto siete cresciuti in questi 420 anni?
"Siamo 95 persone, con un’età media di 30 anni. In vent’anni siamo passati da 5 a quasi 100 dipendenti, con una crescita organica e sostenibile. Fatturiamo 21 milioni di euro, esportiamo in 80 paesi e abbiamo quattro sedi internazionali: New York, Germania, Seul, Hong Kong, oltre a cinque flagship store e il nostro museo a Modena, che l’anno scorso ha accolto oltre 40.000 visitatori. Puntiamo a un equilibrio costante: tra altissima qualità e accoglienza umana, tra tradizione e innovazione. Siamo italiani, ed emiliani, artigiani e creativi, ma strutturati come un’azienda anglosassone. Abbiamo voluto costruire un’azienda che unisse questi mondi: pensare in grande senza perdere l’agilità delle piccole realtà".
Quali sono le principali sfide per il comparto dell’aceto balsamico oggi?
"Le imitazioni. Purtroppo ci sono molte copie in Europa e nel mondo. Noi riteniamo che l’aceto balsamico debba essere prodotto solo a Modena, come indicano le denominazioni Igp e Dop".