Carpi, morte del piccolo Nicolas. Nuovo sopralluogo nelle campagne di Soliera

Indagini incessanti e riserbo degli inquirenti

Il piccolo Nicolas

Il piccolo Nicolas

Carpi (Modena), 28 aprile 2018 - Un nuovo sopralluogo in mezzo alle campagne di Carpi e Soliera, sulle sponde del canale di via Lametta, dove la mamma carpigiana afferma di aver trovato il figlioletto accasciato a terra, a pancia in giù e con un giocattolo in bocca che gli avrebbe impedito di respirare. Continuano senza sosta le indagini dei carabinieri di Carpi, guidati dal capitano Alessandro Iacovelli, sulla morte di Nicolas, il bimbo di 4 anni arrivato lunedì scorso in ospedale a Carpi in condizioni disperate e morto il giorno successivo al Policlinico, a causa di un arresto cardiocircolatorio.

Ieri mattina i militari sono tornati sul posto dove il bimbo avrebbe giocato per l’ultima volta con la sua mamma per cercare di ricostruire appunto gli ultimi attimi di vita del bambino. Per il momento, vista la delicatezza del caso e delle indagini, gli inquirenti e la procura sull’episodio mantengono il più stretto riserbo. Il procuratore capo Lucia Musti ha confermato come sul caso, vista l’informativa di reato depositata dai militari, sia stato aperto un fascicolo. La salma del piccolo Nicolas, dopo l’espianto degli organi, è stata trasferita in medicina legale. Non si esclude che la procura ora disponga sul corpicino l’autopsia: solo dall’esame infatti potrebbero arrivare risposte certe sulla morte del bambino. Quel che si sa è quanto raccontato dalla 30enne carpigiana agli inquirenti: le indagini partono infatti dalla testimonianza della donna e dalla sua ricostruzione in merito a quanto accaduto intorno alle 17 di lunedì pomeriggio. Lei e Nicolas, che vivono in centro a Carpi, escono di casa per trascorrere qualche ora insieme, all’aria aperta. Prima la tappa in gelateria, a Soliera e poi l’arrivo in mezzo alle campagne, nei pressi appunto di via Lametta. Qui il bambino chiede alla mamma di fare ‘i cerchi’ sull’acqua, lanciando il sassolino. Poi, annoiato, decide di giocare a nascondino. Corre nel campo: nella mano stringe il pupazzo di plastica, lungo dieci centimetri. La 30enne lo perde di vista per qualche istante, una manciata di minuti forse. Poi lo ritrova, ma il bambino – dice la 30enne – è riverso a terra, con il giocattolo in bocca. Il piccolo è privo di sensi; lei gli estrae il bambolotto dalla bocca ma Nicolas continua a non respirare. Allora lo carica in auto e corre all’ospedale Ramazzini di Carpi.

L’ipotesi della donna è che il figlioletto sia caduto correndo proprio sopra al giocattolo, che forse teneva in bocca, e che lo stesso gli si sia conficcato in gola così in profondità da soffocarlo. La corsa in ospedale e i tentativi di rianimazione, però, non sono bastati a salvare la vita al piccolo Nicolas.