Bambino morto a Vignola: genitori disperati. "Uno choc vederlo a terra"

Amed Miad non si dà pace per la scomparsa del figloletto Aness, 8 mesi, caduto dal letto e rimasto incastrato contro la culla

Aness Miad, il bambino morto a Vignola

Aness Miad, il bambino morto a Vignola

Vignola (Modena), 7 marzo 2021 - Le lacrime di dolore e disperazione continuano a scorrere sul volto di Amed Miad, dopo la tragedia che nel pomeriggio dell’altro ieri ha investito la sua famiglia, mentre erano tutti all’interno della loro casa di via Pellico. L’ultimo dei suoi tre figli, il piccolino Aness, di soli 8 mesi, è infatti scivolato nello spazio tra il letto dei suoi genitori – dove si trovava – e la culla, morendo incastrato (questa la dinamica ricostruita dai carabinieri).

A nulla sono poi valsi i tentativi di rianimarlo da parte dei genitori, di un vicino e dei sanitari del 118. Aness è volato in cielo, lasciando ai suoi genitori e a tutti i parenti più stretti un dolore indicibile. Il volto del padre Amed, 49 anni, sposato con Ayet, 30, è lo stesso di ventiquattr’ore prima, quando la tragedia si era appena consumata. Continua a non darsi pace per quello che è successo, proprio quando tutta la sua famiglia, lui compreso, erano in casa. "Io mi trovavo a riposare in un’altra stanza – racconta tra le lacrime – mentre mia moglie era a letto con il bambino in un’altra camera. Poi lei si è alzata, ha pregato ed è andata in cucina a preparare il pane. Quando è tornata in camera nostro figlio era caduto dal letto, morto. Tra l’altro – prosegue il papà – gli avevamo appena scattato delle foto perché stavamo facendogli i documenti per il passaporto, le cui pratiche avremmo dovuto concluderle in questi giorni".

E davvero Amed non riesce a spiegarsi perché proprio a lui e alla sua famiglia sia capitata una cosa del genere, ora che si erano sistemati in una nuova casa e avevano avuto la gioia, appunto, da otto mesi a questa parte, di avere un terzo figlio. "Mio figlio più grande, che ha otto anni – racconta ancora Amed – sta capendo pian piano che è successo qualcosa. Era molto legato a suo fratellino e continua chiedermi: "Papà, dov’è Aness?". Mia figlia ha quattro anni e se ne rende un po’ meno conto". E ancora non si dà pace: "Sono venuto in Italia nel 1992. Abbiamo tutti la cittadinanza italiana, tranne mia moglie. Prima abitavo a Castelnuovo, da due anni mi sono trasferito a Vignola. Lavoro alla Fiorani Salumi a Solignano e mi alzo alle 4 del mattino per andare a lavorare. E’ un lavoro duro, ma l’ho sempre fatto volentieri perché appunto penso sempre alla mia famiglia, penso per chi sto facendo tutta quella fatica. E ora? Perché? Perché?".

Amed è anche un papà con il cuore grande, e nonostante la tragedia che lo ha colpito, sente di dover dire qualcos’altro: "Devo ringraziare tutti i parenti, gli amici, i vicini di casa, tutto il quartiere insomma e tutta la comunità locale per la vicinanza che ho sentito in queste ore attorno alla mia famiglia. Ho potuto davvero sentire che siamo tutti fratelli: non c’è differenza tra cristiani, musulmani e altre religioni. Ringrazio tutti coloro che ci hanno espresso le loro condoglianze e che sono intervenuti, tra cui il responsabile dell’azienda dove lavoro, i colleghi, i carabinieri, la polizia locale, i soccorritori".

Intanto, sul fronte delle indagini, il corpo del piccolo Aness sarà sottoposto ad autopsia. Poi, l’intenzione della famiglia è quella comunque di farlo riposare in Marocco. "Stiamo cercando di capire come fare – spiega ancora Amed – visti anche i problemi legati alla pandemia. Ma la nostra volontà è appunto quella di portarlo in Marocco, dove vive ancora mia madre, che si sentiva con mia moglie quattro o cinque volte al giorno.

"Aness – diceva – il mio Aness, fatemi vedere il mio Aness". Per questa tragedia famigliare, ieri pomeriggio si è recata in via Pellico anche il sindaco di Vignola, Emilia Muratori, assieme all’assessore al bilancio, Mauro Smeraldi, per esprimere a titolo personale e a nome di tutta la comunità vignolese le condoglianze alla famiglia. "Abbiamo voluto esprimere a questa famiglia – ha detto la Muratori - la vicinanza di tutta la comunità, affinché ciò li possa aiutare a trovare la forza di sopportare questo grande dolore". E, sempre a proposito di condoglianze, per tutta la giornata di ieri, a casa Miad, si sono susseguite visite di parenti, amici e vicini di casa, che hanno voluto partecipare, anche con un breve gesto di presenza, all’immenso dolore di questa famiglia.