Banda, spuntano altri sei nomi

LA BANDA modenese dello spray sarebbe ben più grande dei sei arrestati venerdì scorso dopo le misure cautelari chieste della Procura dorica e firmate dal gip. Si contano almeno altre sei persone, due sono ragazze che si sarebbero prestate anche a fare da autiste al gruppo quando si muoveva per raggiungere le discoteche da colpire, e un secondo ricettatore al quale facevano valutare diamanti. L’indagine sulla strage di Corinaldo dunque si allarga anche ad altre figure alle quali potrebbero essere contestate accuse simili o diverse. In Procura non è ancora arrivata l’informativa da parte dei carabinieri delegati alle indagini e non è stato quindi ancora aperto ufficialmente un fascicolo su queste ulteriore figure ma è questione di tempo. Il coinvolgimento di altre figure che non erano alla Lanterna Azzurra la notte dell’8 dicembre (quando morivano 5 minorenni e una mamma di 39 anni) ma hanno contribuito a fare altri colpi sparsi in mezza Italia emerge dalle intercettazioni che hanno contribuito poi a far firmare le misure cautelari in carcere per Ugo Di Puorto, Badr Amouiyah, Moez Akari, Souhaib Haddada, Andrea Cavallari, Raffaele Mormone, Andrea Bulgani e Eros Amoruso (quest’ultimo morto prima di finire in carcere).

DURANTE una conversazione avvenuta il 31 marzo tra Mormone, Di Puorto e due ragazzi mentre tornavano da furti fatti alla discoteca «Mojito» di Città di Castello, i quattro parlano dell’utilizzo dello spray da parte di uno dei due ragazzi non finiti negli arresti di venerdì e soprannominato il «Cavallari 2» perché farebbe uso smoderato di spray durante i colpi come Cavallari. Mormone rievoca un episodio accaduto dentro l’Italghisa, discoteca di Reggio Emilia. «E’ bello, siamo andati e abbiamo fatto 40 grammi in un quarto d’ora. Di Puorto risponde: «E poi D. (fa il nome dell’amico) ha spruzzato». E Mormone: «Se non spruzzavamo quella sera facevamo di più». La chiacchierata prosegue con l’amico indicato da Di Puorto per lo spray che dice: «Ancora che continui Ugo (e sorride) se non spruzzavo quella sera finivamo come Bologna, o no». E ancora, sempre dalle chiacchierate in auto il gruppetto parla di problemi con la concorrenza, il gruppo dei genovesi, banda dedita alla stessa loro attività. Un altro dei due ragazzi non arrestati dice che se avessero avuto lo spray quella sera si sarebbero potuti vendicare. «Li sfondavamo di brutto, fra te lo giuro andavano a casa con la testa rotta».

INTANTO alcuni avvocati degli indagati per la sicurezza del locale, quelli finiti nel fascicolo di inchiesta dopo che i consulenti tecnici della Procura avevano effettuato le operazioni peritali dentro la Lanterna Azzurra per stabilire cosa era stato spruzzato e se la struttura era a norma, faranno istanza in Procura per chiedere di entrare dentro l’immobile posto sotto sequestro e fare dei rilievi attraverso periti.

Marina Verdenelli