Il bar più forte del terremoto ora rischia di chiudere i battenti

Concordia, venne aperto subito dopo le scosse in una casetta di legno

Da sinistra il titolare del bar Gianni Golinelli, la casetta di legno e alcuni affezionati clienti

Da sinistra il titolare del bar Gianni Golinelli, la casetta di legno e alcuni affezionati clienti

Concordia (Modena), 5 ottobre 2017 - Dopo il sisma di maggio 2012, a sue spese, ha costruito a ridosso del centro sportivo una casetta in legno, adibita a bar, punto di ritrovo ormai da anni di tantissimi concordiesi.

A metà ottobre, però, scade la convenzione, e Gianni Golinelli deve chiudere l’attività. «Ho parlato col Comune, con l’ufficio licenze, ma nulla, non ho risolto nulla» dichiara amareggiato. Il nipote Davide, 19 anni, vorrebbe continuare l’attività dello zio, «almeno fino all’edificazione del nuovo bar annesso al nuovo centro polifunzionale in costruzione qui a fianco, ma purtroppo non posso».

Da quando la gestione del centro sportivo è passata dal Comune alla Uisp «la situazione è cambiata, ma soprattutto – raccontano gli avventori del bar – la licenza del nuovo bar, che sarà costruito all’interno del centro polivalente, sarà oggetto di un bando comunale».

Fatto sta che il 15 ottobre il bar deve chiudere i battenti e le proteste sono ormai quotidiane. Più si avvicina la scadenza, più i concordiesi, pensionati e non, fremono. «Dove andremo?» si chiede Sauro Negrelli. «A Gianni bisognerebbe dare una medaglia d’oro, perché dopo il sisma ha creato l’unico luogo di aggregazione, anche grazie alla collaborazione con l’allora amministrazione comunale, e oggi invece è costretto a chiudere per le solite ingarbugliate pastoie burocratiche. Basterebbe un po’ di buona volontà da parte del Comune e dell’Uisp e forse si troverebbe una soluzione. L’attività potrebbe continuare almeno fino all’apertura del nuovo centro polivalente» sottolineano Maurizio Paltrinieri, parente del famoso ‘Greg’, e Nevio Tassi, ex campione di bocce. «Quale sarà il nostro futuro?» si domanda Mauro, mentre guarda gli amici giocare a carte.

I numerosi clienti del bar sono sul piede di guerra. Sotto tiro c’è il Comune. «Dovrebbe intervenire, considerato che chiude l’unico punto di ritrovo esistente in paese, nato grazie a un privato, che ci ha messo soldi e sacrifici, e invece non muove un dito, senza contare che i soldi post sisma, per la precisione 1 milione 250mila euro, per la costruzione della nuova polivalente ci sono da anni, e sono frutto degli sms solidali e del concerto al Campovolo. Eppure – protestano gli avventori – i lavori sono cominciati solo da qualche mese: è dal 2013 che aspettiamo il nuovo centro polivalente».