Dottor Davide Ferrari, il laboratorio del Policlinico è arrivato a refertare 600 tamponi al giorno. Il numero aumenterà?
"Nei prossimi giorni verrà aumentata la capacità del laboratorio. Si punta infatti ad arrivare verso fine mese a raddoppiare, toccando i 1200".
Quanti ne vengono effettuati su un singolo paziente?
"Viene effettuato il primo tampone in caso di paziente sospetto. Se il risultato è positivo, per essere dichiarato guarito clinicamente, con remissione dei sintomi il paziente ha bisogno poi di un doppio tampone negativo. In questo caso quindi parliamo di tre tamponi a persona".
Qual è la fascia di popolazione oggi interessata?
"Inizialmente la fascia interessata era quella dei pazienti ospedalieri e degli ospiti delle strutture protette, dove ci sono appunto soggetti a rischio e dove continuano ad essere effettuati tamponi. Oggi l’accertamento prosegue sui casi sospetti, con un’attenzione particolare alle situazioni di particolare gravità. Ad esempio in una residenza per anziani, in presenza di un solo positivo il tampone viene somministrato a tutti gli ospiti. Inoltre sono partiti questa settimana i tamponi ai contatti di pazienti positivi in isolamento domiciliare".
Parliamo quindi di asintomatici?
"Spesso ma il tampone serve per essere certi che questi parenti di positivi non siano a loro volta fonte di contagio. Il problema, soprattutto all’inizio riguardava la disponibilità modesta di test e c’erano solo due laboratori a Bologna e Parma. Successivamente ne sono stati attivati in tutte le province, compresa la nostra presso il Policlinico e questo ci ha dato la possibilità di rispondere alle esigenze del territorio".
Rispetto al picco che positività riscontrate?
"Ad esempio su 685 tamponi refertati ieri ne sono risultati 8 positivi. Un caso ogni circa ottanta, meno del due per cento. Col picco siamo arrivati a sfiorare i duecento casi al giorno".
Dall’arrivo del tampone quanto ci vuole per il referto?
"Ora basta circa una decina di ore"