"Bimbo caduto da 20 metri, picchiata frenata dal muro"

La pediatra Elisabetta Scalera: "Sembra che il piccolo si sia aggrappato, scongiurando così fratture ’da scoppio’. Ma la fortuna ha avuto un ruolo decisivo"

Migration

di Valentina Reggiani

Ha lottato come un leone e dopo un volo di quasi venti metri non solo si è miracolosamente salvato, ma le sue condizioni cliniche sono in graduale miglioramento. Sta meglio infatti il bimbo di cinque anni di origine ghanese caduto dalla finestra di un appartamento al quinto piano di via Pisacane poco dopo mezzogiorno di martedì. Il bambino dal reparto di rianimazione è stato trasferito ieri in pediatria: i medici non hanno ancora sciolto la prognosi ma il piccolo sarebbe appunto migliorato tanto da far sperare il meglio. In base a quanto ricostruito dagli agenti della volante, subito intervenuti dopo la tragedia, il piccolo sarebbe stato lasciato da solo dalla nonna, uscita di casa con la sorellina per andare a fare spesa. Il piccolo, a quel punto, avrebbe raggiunto la camera – forse per cercare di capire dove fosse andata la nonna – per poi salire sul letto e precipitare dalla finestra del quinto piano, in cortile. A pochi centimetri da dove il piccolo è precipitato c’è il muretto che separa il cortile dalla rampa del garage ma, fortunatamente, l’impatto non è avvenuto in quel punto. Ad accorgersi della tragedia è stata una delle residenti che ha subito dato l’allarme e i sanitari del 118 in pochi istanti sono arrivati sul posto, stabilizzando il piccolo. Gli atti ora sono stati trasmessi in procura. Dopo di che sarà valutata la posizione della nonna, che potrebbe essere denunciata per abbandono di minore.

Ma come è possibile che un bimbo di cinque anni abbia fatto un volo di venti metri, precipitando al suolo per poi salvarsi? "Sicuramente ha avuto una fortuna incredibile – spiega la pediatra Elisabetta Scalera – ma a cinque anni i bambini hanno una certa elasticità. Di fatto dal punto di vista scientifico non è spiegabile ma non escludo che, aggrappandosi durante la caduta al muro, si sia ‘creato’ una sorta di paracadute. Quindi l’impatto diretto non c’è stato e la forza della caduta è stata attenuata. Non cadendo di impatto e non battendo la testa, insomma, si è salvato. Non dimentichiamo inoltre – commenta ancora Scalera – che i bambini hanno un’elasticità ossea molto superiore agli adulti. Dovrà essere chiarita la dinamica, ma se, come sembra, ha provato ad aggrapparsi al muro, si è creato un attrito con la parete. E’ quindi scivolato e la gravità non si è scaricata all’improvviso sul bambino. L’essersi aggrappato, insomma, lo ha salvato. Questo bimbo – conclude – ha mostrato una grande forza di reazione che gli ha permesso di salvarsi, frenando la caduta. Non ci sarebbero state in questo modo fratture ‘da scoppio’, quindi la gravità non ha agito sugli organi interni, evitando lo ‘schiacciamento’. E’ stato comunque un bimbo molto fortunato".