Modena, 10 agosto 2024 – Le imprese del settore biomedicale – di cui il distretto di Mirandola è fiore all’occhiello – non ci stanno al salasso del payback. In attesa di altre iniziative più clamorose, deciso il blocco delle sponsorizzazioni. Si tratta di cifre imprecisate ma che sicuramente arrivano a qualche decina di milioni nel corso dell’anno. Ad annunciare la clamorosa iniziativa è Fifo Sanità aderente a Confcommercio. "Abbiamo indicato alle imprese del settore – spiega Sveva Belviso, presidente della categoria che raccoglie numerose imprese fornitrici di materiali ospedalieri – di sospendere ogni attività di sponsorizzazione in favore delle aziende sanitarie. Ma il blocco è esteso a tutte le sponsorizzazioni senza distinzione di sorta e riguarda anche la convegnistica ed i congressi scientifici e medici. Questa decisione, seppur critica, costituisce un male necessario per tutelare l’equilibrio economico-finanziario delle nostre attività e dei nostri lavoratori. Siamo consapevoli dell’importanza dei contributi ai congressi e in particolare alla ricerca scientifica e, allo stesso tempo, particolarmente dispiaciuti per ciò che comporta per il sistema l’interruzione dei finanziamenti. Ciò nonostante, non abbiamo altra scelta". Sono già diverse centinaia le imprese del settore che hanno dichiarato di condividere l’azione di protesta. L’obiettivo è quello di scongiurare l’applicazione di un provvedimento che sta gettando pensati ombre su un comparto strategico non solo per il Paese, ma per la salute di tutti i cittadini. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha respinto i dubbi di legittimità della norma del 2015, sollevati dal Tar del Lazio che aveva accolto i ricorsi delle aziende contro la chiamata di correo delle imprese fornitrici di dispositivi e apparecchiature medico-sanitarie a partecipare al ripiano dei deficit dei bilanci sanità delle Regioni, grandi gruppi e piccole e medie imprese si stanno organizzando per giungere alla cancellazione di quella vecchia norma di nove anni fa, rimasta a lungo inapplicata. "Come già illustrato al ministero dell’Economia e delle Finanze, il Governo deve tenere in considerazione che il payback non mette in crisi il comparto delle PMI, ma un’intera filiera strategica per la Sanità del Paese e migliaia di posti di lavoro. Questa iniziativa – conclude la Belviso – non costituisce un atto di protesta, bensì un’esigenza e un grido di dolore del nostro settore. Restiamo in attesa dell’istituzione di un tavolo di crisi per la cancellazione della norma restituendo dignità alle imprese italiane".
L’obolo che grava come una "spada di Damocle" sulle aziende biomedicali è pesante ed è di 1,2 miliardi di euro per il solo periodo 2015-2018, cui fa riferimento il provvedimento preso dal Governo Draghi. Ma, se non fosse cancellata il concorso richiesto sarebbe più oneroso poiché verrebbe esteso anche agli anni successivi fino al 2022, dove il deficit dei bilanci sanitari delle Regioni si è aggravato.
"Con il payback ci sarà un effetto a catena su tutta la filiera – riflette Piero Camurati, direttore marketing Sidam di Mirandola, 4 stabilimenti, 210 dipendenti e 32 milioni di fatturato –. L’impatto sarà diretto. Credo che le imprese piccole rischino di sparire e per le multinazionali sarà un disincentivo a investire qui".