«Biomedicale, una scuola proiettata nel futuro»

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DA VERGATO, nel Bolognese, a Mirandola. Due ore di andata e due di ritorno. Alta frequenza, ottimo profitto. Lei è Rosa Angelica Tucci, studentessa post diploma dell’Its (Istituto Tecnico superiore), di via 29 Maggio, a Mirandola, la scuola speciale biennale che forma i tecnici del biomedicale. A lei, ieri mattina, con una cerimonia organizzata dall’Associazione San Vincenzo nella sede della canonica, è andato il Premio di Studio ‘Mario Veronesi’, alla sua seconda edizione. Un assegno di 1500 euro che la studentessa potrà utilizzare per le sue necessità. «Sono grata di essere qui, dedico di cuore questa borsa di studio al padre fondatore del biomedicale, il dottor Mario Veronesi. Non ho avuto la possibilità di conoscerlo, ma so che era un grande uomo, e se sono qua è merito suo. Questa scuola forma il carattere, educa al futuro, istruisce nel lavoro». Il premio è nato all’indomani della scomparsa del dottor Veronesi, il 12 giugno 2017. «Ci siamo detti che avremmo dovuto fare qualcosa di concreto per ricordarlo e ringraziarlo della sua genialità» ricorda Lina Artioli, portavoce dell’Associazione rivolgendosi al pubblico tra cui il parroco don Flavio, don Rino e don Benito, la moglie del dottor Veronesi signora Bianca, i benefattori, gli imprenditori del biomedicale Giuliana Gavioli e Libero Luppi, i volontari della San Vincenzo col coordinatore regionale De Filippo e Maria Rosa Magri e le docenti Its Campagnoli e Bernardi. «Dopo il sisma – sottolinea la manager Gavioli – è nata l’opportunità di finanziare con Regione, Miur e Università questa scuola, realizzata in una struttura del Comune, sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola, con docenti provenienti dal mondo dell’industria e dell’Università». L’imprenditore Luppi, per anni a fianco del dottor Veronesi, affida alle parole un desiderio personale. «Vorrei che ‘Mario’ fosse ricordato di più. La pianta bellissima nata dai frutti seminati è oggi il secondo polo biomedicale al mondo. Ha sempre lavorato con l’obiettivo che si era dato, con onestà e impegno. Non gli ha regalato nulla nessuno, e ai futuri amministratori rivolgo un appello: ricordate di più il genio Veronesi, che amava la sua Mirandola come forse pochi».

Viviana Bruschi