"Bisogna riaprire: noi genitori siamo al limite"

Lo sfogo di Francesca Scalise, tre figli: "Mi chiedono sempre cosa succederà a settembre. Lezioni anche online? L’idea mi spaventa".

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di Paolo Tomassone

La scuola deve "assolutamente" ripartire a settembre: "lo chiedono i bambini, ma ne abbiamo bisogno anche noi genitori". Francesca Scalise, 42 anni, separata con tre figli di 5, 6 e 9 anni, lo ripete due volte, come un tormentone dell’estate: "c’è ancora grande incertezza per la riapertura delle scuole a settembre, ma devono assolutamente ripartire".

Come è riuscita a organizzarsi durante la quarantena con tre figli?

"È stato molto pesante. In casa si sono intersecati una serie di ruoli: ricoprivo quello della mamma, quello dell’insegnante e quello dell’animatrice. Soprattutto per il primo periodo è stata davvero dura. Gli insegnanti delle scuole elementari mandavano i compiti con whatsapp, io li stampavo, controllavo che i miei due figli più grandi li svolgessero, poi li rimandavo attraverso la posta elettronica agli insegnanti per le correzioni. A Pasqua è iniziata la didattica a distanza e pian piano è andata meglio".

E bambini come hanno reagito?

"Chi ha fatto più fatica di tutti è stata Vittoria, la più piccola, che chiedeva continuamente di tornare a scuola. I maschi, invece, hanno avuto meno difficoltà. Ma a tutti e tre mancava la possibilità di rivedere le maestre e i compagni. Col tempo si sono adattati anche loro e ora stanno decisamente bene, anche perché abbiamo avuto la possibilità di uscire dalla città e di cambiare aria. Prima di partire per le vacanze hanno rivisto i compagni al parco e ogni tanto mi chiedono che cosa succederà a settembre".

E quindi cosa succederà a settembre?

"Io gli rispondo che la mamma non lo sa, che nessuno lo sa. Che c’è ancora tanta incertezza e che speriamo di scoprirlo presto".

Lei si confronta anche con altri genitori?

"Sì, sono iscritta alla chat delle tre scuole. E la parola ricorrente è sempre la ‘paura’: durante il lockdown paura dell’isolamento per i bambini e adesso paura sulla reale riapertura delle scuole. I genitori temono molto la didattica a distanza; in questi mesi ha funzionato, ma nessuno di noi ha avuto la percezione che quella era realmente scuola. Si parla anche di un misto tra lezioni online e in presenza: a me spaventa molto".

Perché?

"Perché la scuola è fatta di interazione, di presenza in classe, di sguardi con gli insegnanti. E poi anche perché in quel caso entrerebbe in crisi l’organizzazione del mio lavoro".

Ha valutato anche l’ipotesi di abbandonare il lavoro nel caso proseguissero le lezioni a distanza?

"Io non voglio lasciare il mio lavoro, quindi cercherò di farmi aiutare dalla nonna dei bimbi e nel caso con la babysitter. Per ora penso a gestire il ripasso di Alessandro, il più grande dei tre: non sono andati a scuola per sei mesi. Ci sarà sicuramente un grosso lavoro da fare".