Bortolamasi punta alla rinascita «Saremo la città della musica»

IL CONCERTONE di Vasco è incastonato nella memoria, prova indelebile di una città che si è mossa come una macchina perfetta per ospitare l’evento degli eventi. E’ normale, quindi, aspettarsi una Modena sempre più al centro degli appuntamenti cosiddetti ‘mainstream’. Va in questa direzione il lavoro che sta incardinando il neo-assessore alla Cultura, Andrea Bortolamasi.

Partiamo dagli ultimi annunci, cioè l’arrivo nel 2020 di due big della musica italiana come Tiziano Ferro e Ultimo allo Stadio Braglia. Soddisfatto?

«Entrambi i cantanti porteranno con sé tanti fan nella nostra città, per partecipare a quei particolari momenti di socialità festosa che sono i concerti dal vivo. Se sapremo cogliere queste occasioni per dimostrare la qualità umana e tecnica dell’accoglienza di Modena ne avremo grandi vantaggi di vitalità, reputazione e potenziali ricadute economiche. A Modena abbiamo le infrastrutture materiali ed immateriali, per ospitare questi eventi».

Tutti fanno correre la memoria sempre al Modena Park di Vasco. Ci sono i presupposti per ripetere un evento di quel calibro con un’altra grande star, magari straniera?

«Il nostro impegno è riportare Modena sulla mappa dei concerti, perché abbiamo tutte le capacità per starci. Senza nostalgie del passato, ma con l’ambizione di esser di nuovo città di concerti. Modena Park è stato un evento meraviglioso e di grande positività, ma per le sue dimensioni è unico e irripetibile. Al momento non ci sono alle viste iniziative di quel rango, ma se ci fossero altre occasioni le valuteremo».

Cosa piace del Braglia alle produzioni musicali che stanno tornando ad affacciarsi su Modena?

«Al Braglia, gli organizzatori potranno offrire una logistica efficiente per i live. Il nostro stadio ha le dimensioni consone alla musica dal vivo nel mercato di oggi; soprattutto si trova in centro, vicino alla stazione e a grandi parcheggi. Il pubblico dei concerti potrà visitare e vivere la città con ricadute economiche e di promozione territoriale».

Del resto Modena ha la musica nell’anima, vero? E anche i generi sono i più svariati.

«Esatto. Siamo la città della musica 365 giorni all’anno. La musica è nel Dna della città. Un tappeto sonoro mai banale accompagna le nostre giornate. Penso alle rassegne dell’Estate ai Giardini e nei parchi dei quartieri, dalla classica al pop al grande evento del Radio Bruno Estate il 29 luglio in piazza Roma. Modena è la città della lirica e del Bel canto. Modena è stata capitale del beat italiano, città di Vasco Rossi, è riferimento per importanti rassegne blues e jazz, Modena può rilanciare Node con la musica elettronica, e Modena è anche città di bande, cori e corali».

In tutto questo che ruolo può avere la musica dal punto di vista sociale, lavorativo e formativo?

«E’ intorno alla passione del fare musica che Modena ha costruito una rete di opportunità per vivere la musica come cultura, come espressività, come valorizzazione del talento, come relazione e anche come occasione di formazione e professionalizzazione. Dalle sale prove per le band giovanili alla Tenda, dal Centro Musica Music Hub ai principali teatri cittadini che ospitano anche rassegne contemporanee. Modena è soprattutto una città che offre la possibilità di studiare musica nelle scuole fin da piccoli e di continuare fino a scuole di perfezionamento di livello mondiale».