VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Botte dai genitori islamici: "Una giovane eroina. E la sinistra non dice nulla"

La Lega plaude alla denuncia della 23enne siriana

La Lega plaude alla denuncia della 23enne siriana

La Lega plaude alla denuncia della 23enne siriana

A Modena abbiamo un’eroina moderna: una giovane di origine siriana che ha denunciato i genitori per maltrattamenti perché non rispettava la Sharia. Speriamo che tante altre ragazze, spesso vessate, picchiate, a volte perfino chiuse in casa, anche in Italia perché non rispettano le imposizioni della legge islamica, trovino lo stesso coraggio per ribellarsi.

La deputata della Lega Laura Ravetto commenta la vicenda della 23enne che a Modena ha denunciato i genitori per maltrattamenti: le impedivano di frequentare amici maschi e la accusavano di vestirsi in maniera non consona ai dettami della Sharia, la legge islamica. "Il messaggio deve essere chiaro: in Italia una donna ha il diritto all’emancipazione e a essere pari a un uomo".

Anche la senatrice Elena Murelli (nella foto), capogruppo della Lega in commissione Affari sociali esprime una sua considerazione sul processo in corso: "È stata vessata, aggredita, picchiata dai familiari perché si sarebbe rifiutata di rispettare i dettami della Sharia, il sistema giuridico islamico basato sul Corano. La 23enne ha trovato il coraggio di denunciare i genitori. Un gesto importantissimo, di una giovane donna che avuto la forza di imporre la propria libertà su chi gliela voleva togliere. Una vicenda terribile che dimostra ancora una volta quanto sia intollerabile che nel nostro Paese possano verificarsi simili episodi di sottomissione nei confronti delle donne. Dove sono le femministe? In silenzio come al solito. Noi, invece, non vogliamo e non possiamo mai più assistere a casi come quello della povera Saman".

Per Silvia Sardone, vice segretario della Lega, siamo di fronte "all’ennesimo caso di una giovane picchiata, minacciata e privata della libertà rilancia, ancora una volta, il tema delle donne sottomesse in nome di Allah. In molte comunità musulmane persiste una visione profondamente oppressiva della donna, che non può decidere come vivere, chi frequentare o come vestirsi. Sui giornali compaiono con preoccupante regolarità storie di violenza e sottomissione". Il rischio di assistere a nuove tragedie, come quella di Saman, "è sempre presente.

Proprio l’altro giorno, durante la trasmissione Fuori dal Coro, "un’inviata ha documentato come in diverse moschee venga ancora predicata, facendo riferimento al Corano, la legittimità di picchiare le donne. Una visione inaccettabile. Il silenzio complice della sinistra e di molte femministe su questi fatti è inquietante: cercano di censurare una realtà sempre più preoccupante nel mondo islamico, forse nella speranza di raccogliere consensi. Ma così facendo voltano le spalle a donne e ragazze che chiedono solo di essere libere. A loro dobbiamo offrire sostegno concreto, protezione e ascolto. Ogni silenzio di fronte a queste storie drammatiche equivale a una forma di complicità".